Rinnovabili, Romani accelera sugli incentivi. Miccichè frena e minaccia la crisi

Paolo Romani

ROMA – Paolo Romani accelera e il leader di “Forza del Sud” Gianfranco Miccichè morde il freno e minaccia la crisi. La firma sul decreto legge per le energie rinnovabili apposta ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non spegne le discussione, nemmeno nella maggioranza.

Da un lato c’è il ministro dello Sviluppo economico Romani, che intende mettere a punto, ”entro due settimane”, il provvedimento che definisce le misure per gli incentivi alle energie rinnovabili.

”Sono perfettamente d’accordo – ha detto il ministro nel corso di un’audizione alla Commissione Industria del Senato – che il settore vada incentivato e che vengano date certezze, ma nel lungo periodo: quindi vanno bene gli incentivi, ma anche il decalage degli incentivi in base ai target che ci diamo e ai costi di produzione: venerdi’ incontriamo tutti gli operatori del settore e massimo in due settimane, con il contributo del ministero dell’Ambiente, vogliamo produrre un provvedimento che dia certezze al settore, in modo che le nostre banche, i nostri imprenditori e i nostri produttori abbiamo la possibilità di investire in base a quanto consentito e consentibile da parte dei cittadini”.

Dall’altro c’è Micciché, cui questo decreto non va proprio giù, al punto da minacciare la sfiducia dei suoi sette deputati al governo. Non possono non accettare le obiezioni che noi stiamo facendo, perché non possono assumersi la responsabilità di veder fallire, come un domino che fa cadere ad una ad una, tutta una serie di aziende che sono fatte bene, da persone perbene”, spiega Miccichè, in un’intervista a “Le Iene Show” ripresa da Repubblica. Se il governo non dovesse accettare una mediazione, avvisa ancora l’ex parlamentare del Pdl, “significa che Forza del Sud finalmente farà valere la sua forza, andiamo a votare subito…”.

Miccichè è chiaro: il suo partito “nasce per questo, nasce per condizionare le scelte del governo” e “oggi abbiamo una fortuna, che la maggioranza è risicata”. “Siamo in Parlamento un numero di deputati tali (sette, ndr) – ricorda ancora il leader di FdS – che possiamo condizionare le scelte. Così come la Lega, che non so da quanti decenni minaccia ‘O si fa così o cade il governo’. Bene, oggi si sappia che c’è un’altra forza politica che si occupa di un’altra parte d’Italia, di un altro territorio, che ragiona nella stessa maniera della Lega: ‘O si fa cosi’ o cade il governo'”.

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Emiliano Condò