Sfiorata la rissa alla Camera tra i finiani Lo Presti e Granata. Ma Fli smentisce: “Erano i leghisti”

ROMA – Rissa sì, no o quasi? Piccolo giallo in casa di Futuro e Libertà nel giorno della (fallita) mozione di sfiducia ai danni del ministro Sandro Bondi. Alle 19:14 del 26 gennaio l’Ansa batte un dettagliato comunicato in cui si parla di rissa sfiorata  tra i finiani Fabio Granata e Nino Lo Presti durante la votazione sulla mozione di sfiducia al ministro Bondi.

All’origine del diverbio, secondo l’agenzia, un ritardo di Granata nel rispondere alla “chiama” del voto. “Giampaolo Dozzo lo esorta ad andare a votare – continua l’Ansa –  Granata gli risponde male. A un certo punto, pero’, scoppia un alterco tra lui e Lo Presti, sedato poco dopo. Ma non finisce qui: mentre i due vengono divisi dai commessi, Lo Presti ha un altro alterco con il deputato leghista Stefano Allasia che si prende uno schiaffo. Il vicepresidente Maurizio Lupi ha fatto appello alla calma, ma non ha sospeso la seduta, contrariamente a quanto reclamavano dai banchi del Pd. Poco dopo, Lo Presti ed Allasia si sono ”chiariti”: il deputato finiano è andato a chiacchierare con il leghista ai banchi del Carroccio. Il sereno, pare, non dovrebbe essere invece tornato tra Granata e Lo Presti: prima di lasciare l’Emiciclo, Lo Presti avrebbe  gridato al suo compagno di partito e corregionale (sono entrambi siciliani) ”ti aspetto all’uscita””.

Poco dopo, però, arriva replica con una nota ufficiale di Fli:  “Assolutamente infondate le notizie di stampa che riportano di un diverbio tra i deputati di Futuro e Libertà per l’Italia, Fabio Granata e Nino Lo Presti”. E’ quanto si legge in una nota stampa diffusa dall’ufficio stampa di Futuro e Libertà per l’Italia. “I due deputati – prosegue la nota – sono stati invece al centro di un vivace confronto verbale con colleghi della Lega Nord, sostenendo le ragioni della sfiducia al Ministro Bondi appena votata”.

La ricostruzione dettagliata della prima agenzia, però, lascia più di qualche dubbio.  Ecco qui di seguito il video che può forse aiutare a comprendere quanto accaduto:

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Emiliano Condò