ROMA – ”Se viene la paura del futuro e la paura dello straniero e non la gestiamo bene l’Europa va tutta all’estrema destra. Il Nord Europa è già in mano a governi di destra”. E’ il pensiero del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervenuto ad Annozero per affrontare, tra gli altri, il tema delle rivolte del Nordafrica .
”E’ evidente – ha spiegato il ministro ripercorrendo gli eventi che hanno innescato le rivolte – che la storia si e’ rimessa in cammino e se si vuole essere aggiornati si dovrebbe leggere o rileggere la Bibbia: Mosé con il mare che si apre”.
Tremonti ha tenuto una breve ”lezione” sulla crisi e sulle ragioni che sono alla base della rivolte del Nord-Africa di queste settimane. Per farlo è tornato ad utilizzare una lavagnetta, con fogli bianchi, sulla quale ha tracciato più grafici, per tornare a riproporre l’idea della crisi come un videogioco nel quale una volta ucciso un mostro ne appare un altro.
Le recenti rivolte – ha spiegato il ministro – sono state innescate dalla speculazione ”che gia’ nel 2008 era violenta su cibo e petrolio”, e che in questi mesi ”è diventata violentissima”. ”Da noi è caro vita – ha spiegato Tremonti – Nei paesi dell’ Africa è la vita. Li è questione di vita o di morte. La speculazione ha innestato le rivolte che stiamo vedendo, che sono state moltiplicate da tutti i mezzi di comunicazione, dalle televisioni a internet”.
A questo – ha sostenuto Tremonti – si è aggiunto l’eccesso di disuguaglianze”, di regimi ”che soffocano la libertà e sfruttano queste disuguaglianze in modo esorbitante”, tanto da portare ”un povero commerciante a darsi fuoco”.
Tremonti è partito dalla prima crisi finanziaria del 2007. ”Il vecchio mondo che poi non è così vecchio era fatto come una linea orizzontale, con un miliardo di persone ammesse al mercato e l’economia fatta da passaggi fisici. E per ogni operazione reale ce ne erano 3 o 4 di finanziarie, non di più: il pagamento del prezzo , assicurazione operazioni per eliminare rischi di cambio o di tasso”. Poi c’è stata ”la caduta del muro e l’accelerazione della storia”.
Sul mercato – ha detto Tremonti tracciando un nuovo grafico sulla lavagna – sono arrivati 4 miliardi e ”per ogni operazione reale ce ne erano almeno 20 finanziarie”. Tremonti ha quindi ricordato ”l’incidente” della Lehman, la caduta della fiducia nel commercio. ”Noi come Italia non abbiamo avuto problemi cosi’ drammatici perche’ gli italiani risparmiano e la struttura finanziaria e’ un po’ all’antica”, ha raccontato il ministro che poi ha fatto una parallelo con la grande crisi del 1929 nella quale si usarono ”i soldi dei cittadini per salvare i cittadini”. ”Ora i soldi sono stati usati per salvare finanza e banche. Non da noi – ha aggiunto – ma da altre parti del mondo”.
Dopo questa crisi – ha spiegato Tremonti – il ”secondo mostro del videogame” si è fatto vedere in europa. Prima con la Grecia (”un caso limitato per quantità e qualita”’) e poi in Irlanda e Islanda ”che si erano offerta di fare la portaeri per le banche di tutto il resto del mondo”. Cosi’ si e’ diffusa la crisi nelle banche degli altri paesi: 180 miliardi di attivi a rischio per le banche tedesche, altrettanto per le inglesi. In italia invece il rischio era di 22 miliardi. ”Questo dimostra – ha detto il ministro- che la crisi degli altri Paesi è stata sostenuta dalla finanza, da carte immobiliari e di credito, dai fondi. La lezione e’ che e’ meglio avere la manifattura e il risparmio”. Poi, Tremonti, e’ passato al terzo mostro, quello scatenato dalla speculazione su cibo e petrolio che ha acceso le rivolte del Nord-Africa.