«No al razzismo, al reato di clandestinità e al pacchetto sicurezza». È questo il grande striscione che apre la manifestazione di Roma contro il razzismo e per «la regolarizzazione per tutti e tutte».
Ad organizzare l’iniziativa è stato il “Comitato 17 ottobre” con l’adesione della Cgil, di Rifondazione comunista, dell’Arci, dei Cobas e di altre sigle del mondo dell’associazionismo. Il corteo è stato raggiunto da una rappresentanza degli studenti romani dell’università e delle scuole medie-superiori.
Tutti uniti attorno agli immigrati, naturalmente, ma anche al fianco delle comunità gay, lesbo, bisessuale e transgender, vittime negli ultimi mesi di episodi di violenza e intolleranza. Tra i presenti al corteo il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, il presidente di Arcigay Lazio, Fabrizio Marrazzo, il presidente nazionale di Arcigay, Aurelio Mancuso, il segretario di Sinistra e Libertà , Nichi Vendola.
Tra le comunità di immigrati, molto rappresentate quelle curde e bengalesi. In testa al corteo, spicca però un pensionato napoletano che, con tunica, cilicio e corona di spine vuole rappresentare «la sofferenza degli immigrati nei quali dobbiamo riconoscere Gesù Cristo».