
RUTIGLIANO (BARI) – “Roma vergognati! Meglio un sindaco mafioso del Sud!”: sta suscitando vivaci polemiche sul web il post pubblicato su Facebook dal consigliere comunale di Rutigliano (Bari) Nicola Giampaolo, di 40 anni, passato al movimento di centrodestra ‘Realtà Italia’ dopo essere stato eletto con circa 1.200 voti in una lista civica.
“Era un conversazione tra amici – spiega Giampaolo, da 22 anni in politica – ma è finito tutto sul web: io non sono contro gli omosessuali ma contro il comportamento mafioso del sindaco della Capitale, Ignazio Marino, cioè di colui che impone con violenza, come fa la mafia, come fanno i boss mafiosi, il proprio credo politico alla collettività“.
L’Ansa contatta Giampaolo e chiede: “Ma non era meglio dire che l’atto di trascrizione delle nozze tra omosessuali è, secondo lei, illegittimo perché il comportamento mafioso ha un altro significato?”. “Le leggo la dichiarazione che ho preparato per chiarire la mia posizione: ‘Confermo le parole dette (Roma vergognati! Meglio un sindaco mafioso del sud!) e aggiungo che certamente l’ostinazione, la pervicacia e la sfida ‘contra legem’ dimostrata (da Marino, ndr) sono pari all’ostinazione ‘contra legem’ ed eversiva come quella dei mafiosi. Il sindaco si erige a ‘legibus solutus’ organismo sciolto dalla legge ‘la legge sono io'”.
“Il sindaco Marino – aggiunge rincarando la dose – servendosi di uomini e donne con idee differenti ma comunque rispettabili, ha commesso atti ritenuti oltraggiosi al sistema giuridico italiano; si tratta di un atto amministrativo illegittimo rispetto al sistema giuridico italiano, che ha contenuto politico-ideologico che non può guidare l’azione amministrativa di un soggetto istituzionale qual è la figura del sindaco. È evidente che il sindaco ha approfittato della propria carica per imporre un suo punto di vista culturale, sociale, politico ed ideologico superando la norma del nostro ordinamento giuridico. È grande ed evidente che è un atto amministrativo gravissimo, ed allo stesso tempo una inammissibile provocazione che inevitabilmente sollecita reazioni altrettanto provocatorie”. Giampaolo, sposato e padre di una bimba di nove anni, dice che al suo post sono seguiti commenti che incitano alla violenza. “Sto pensando di chiamare il prefetto per tutelarmi”, conclude.
