ROMA, 14 NOV – ”Il governo dovra’ dar seguito a quanto concordato da Berlusconi con l’Europa, senza fare altre cose. Non dovra’ andare oltre la primavera; l’ideale sarebbe votare tra marzo e aprile”. A dirlo, in un’intervista a Repubblica, il ministro uscente dello Sviluppo economico Paolo Romani, che non risparmia critiche all’operato di Giulio Tremonti.
”Io, gli altri ministri, non avevamo l’impressione che Tremonti conoscesse a fondo la realta’ produttiva del paese, il bisogno che avevano le imprese di qualcosa che le tirasse fuori dalla crisi e rilanciasse la crescita”, afferma Romani.
”Con grande fatica avevamo trovato 100 misure per lo sviluppo, avevamo immaginato anche come trovare le risorse, a partire dall’accordo con la Svizzera sui conti correnti”, ricorda. ”Ma l’istinto di conservazione di Tremonti, l’ossessione di privilegiare sempre la stabilita’, alla fine ci ha fermati”.
”Tremonti precludeva anche la possibilita’ della discussione. La chiusura sua e della tecnostruttura del ministero dell’Economia era totale”, rincara Romani. ”Non dicevano mai ‘questo non si puo’ fare’, anzi.
Ci davano appuntamento a via XX Settembre ma, prima di aver discusso la cosa tra di noi, avevano gia’ invitato le parti sociali. Ovviamente non si andava da nessuna parte”.