ROMA – Il caso Ruby? “E’ un caso ordinario, che non ha creato particolari problemi”. Cosi’ il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha risposto ai cronisti che gli facevano notare l’assenza di riferimenti all’inchiesta che ha portato a un processo a carico di Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa di presentazione del volume sul ‘rendiconto delle attivita’ della Procura di Milano’ tra il primo luglio 2011 e il 30 giugno 2011. Sono stati invece citati nel documento di 58 pagine che compendia un anno di attivita’ investigativa i ‘casi’ Mills, Mediaset e Mediatrade, perche’, ha spiegato Bruti, si tratta di procedimenti a rischio prescrizione.
Il numero di intercettazioni disposte dalla magistratura milanese e’ diminuito del 32,5% passando da 13.654, di cui 307 ambientali, nel 2009-2010 a 9.249, di cui 391 ambientali, nel 2010 – 2011. E’ uno dei dati sottolineati dal procuratore capo di Milano nel rendiconto delle attivita’ della Procura, illustrato alla stampa.
“Tale riduzione – spiega Bruti – ha certamente determinato una drastica riduzione della spesa. Il dato peraltro non puo’ essere al momento quantificato perche’ la liquidazione delle spese avviene con notevole ritardo; le spese liquidate negli ultimi due semestri si riferiscono a intercettazioni disposte in periodi precedenti”. Bruti, affermando che sono state svolte solo le intercettazioni “necessarie”, ha anche voluto evidenziare come l’unico caso di fuga di notizia in materia di intercettazioni negli ultimi anni e’ quello relativo alla pubblicazione su ‘Il Giornale’ della telefonata tra Giovanni Consorte e Piero Fassino nell’ambito della vicenda Unipol.
L’attuale regime di legge sulla prescrizione “non consente, nella maggioranza dei casi di rilevante gravita’ e complessita’, di giungere a sentenza definitiva nelle materie attribuite al Dipartimento che si occupa dei reati economici e in particolare nelle indagini per corruzione” sottolinea Bruti Liberati, nell’illustrare il ‘Primo Rendiconto’ delle attivita’ della Procura di Milano. Bruti aggiunge che “l’assoluta inadeguatezza della disciplina italiana della prescrizione ai fini di un efficace contrasto della corruzione, interna ed internazionale, e’ stata oggetto di severe valutazioni e precise raccomandazioni nel rapporto di valutazione del Gruppo Greco del Consiglio d’Europa nell’ottobre 2009; nel Rapporto conclusivo depositato il 27 maggio 2011, a seguito delle risposte del Governo italiano, la valutazione del Greco rimane negativa e non si puo’ che concordare con tale valutazione”.