ROMA -Per il ministro della Giustizia Angelino Alfano, la telefonata del premier alla Questura di Milano per chiedere la liberazione di Ruby è un gesto ” nelle corde del presidente” Berlusconi. Per il guardasigilli è stato un gesto fatto ”senza stabilire cosa dicono i codici”.
”Nella telefonata – ha spiegato il guardasigilli durante la registrazione di Matrix – c’è tutto il presidente del Consiglio. Apprende che una persona a cui vuole bene perché è in difficoltà si trova in questura e chiama”. D’altra parte, ha spiegato Alfano, ”non stava liberando un killer”.
”Anche io ho partecipato a serate o cene a casa di Berlusconi e non è mai capitato nulla di particolare o di male” – ha aggiunto poi il ministro. Secondo Alfano “se testimoni hanno mentito lo appureranno i giudici. Ma il fatto è che la sentenza è già stata emessa”, e ”poco importa che il presidente del Consiglio abbia detto che non ha fatto feste con i connotati descritti in questi giorni”.