“Resistere, resistere, resistere…”: per sopravvivere al Ruby-gate il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sembra fare proprie le parole di un suo arcinemico, l’ex pm di “Mani Pulite” Francesco Saverio Borrelli. “Dimissioni? Ma siete matti?”: così ha risposto il Cavaliere ai giornalisti che gli chiedevano se pensasse di fare “un passo indietro”, così come gli ha “consigliato” ieri “l’amico” Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc e triumviro del Terzo Polo.
Resiste più o meno compatto nella difesa d’ufficio del capo anche il Popolo della Libertà: un partito che, con la difesa acritica che sta facendo in questi giorni del suo numero Uno, avvalora l’idea che si tratti di un partito personale. Dopo Silvio il nulla: questo è certamente il principale problema del centrodestra. O quantomeno, stando alle parole del Cavaliere, dopo di lui non certo Tremonti, il ministro dell’economia da molti indicato come il Badoglio della situazione e che ieri in conferenza stampa a Bruxelles ha preferito glissare alle domande sul caso Ruby.
E’ un “Bunga-bunker”, come titola l’Unità di oggi? Certamente Berlusconi non le manda a dire. Stando a un articolo de La Stampa, così avrebbe strigliato i suoi: “Il primo che osa venirmi a dire di fare un passo indietro lo caccio dal partito a calci in culo. Se mi alzo da quella sedia mi massacrano e c’è subito pronto Tremonti ad accomodarsi al mio posto. Se Tremonti vuole fare il primo ministro vada alle elezioni e quella carica se la conquisti, ma non può pensare di fare il premier con i miei voti”.
Così mette a tacere chi – nelle sue file – in queste ore lo difende ma dissemina la propria arringa di “distinguo”: “E’ un attacco giudiziario, ma se fosse confermato quello che dicono le carte dell’accusa…”. Per esempio un giornale berlusconiano come Libero, dove già nei giorni scorsi il direttore Maurizio Belpietro aveva scritto, testuale: “Preferisco un vecchio porco che tocca il culo alle ragazze a un ipocrita come Fini” e ieri con Giampaolo Pansa dubitava: “Può governare un premier braccato dai pm?”. Pansa dice anche che l’accusa è “molto ardua da smontare” e che emerge uno “stile di vita del premier che non mi sembra consono a un capo di governo”. Quindi un “suggerimento” a Berlusconi: “Quello di ritirarsi e di godersi la vita”.
I cattolici nicchiano, fra conservazione dello status quo (berlusconiano), imbarazzi e smarcamenti. Maurizio Lupi, plenipotenziario ciellino vicepresidente del Pdl, intervistato dal Corriere parla di “accuse inconsistenti” ma poi tiene a dire che “I miei valori e le mie scelte sono diversi da quelli di cui sento parlare”. I leghisti tacciono, dopo la chiosa di Umberto Bossi che ha subito minimizzato la faccenda che alla fine “porterà solo più voti a Berlusconi”.
E, nel suo piccolo, anche Nicole Minetti resiste. L’ex igienista dentale, indagata nel Ruby-gate per induzione e favoreggiamento della prostituzione, si è fatta vedere ieri nel Consiglio regionale della Lombardia, dove è stata eletta nel listino “bloccato” del presidente Roberto Formigoni. E’ stata presa d’assalto da cronisti e telecamere, davanti ai quali ha spiegato con veemenza quello che farà: “Dimettermi? Assolutamente no”. Tutta il suo capo.