MILANO – I giudici della IV sezione penale di Milano, davanti ai quali si svolge il processo a carico di Silvio Berlusconi, imputato per il caso Ruby, nel respingere tutte le sedici eccezioni presentate dalla difesa hanno piu' volte sottolineato che non e' stato violato ''o compresso'' il diritto di difesa del presidente del consiglio.
In particolare, il collegio nella sua ordinanza-fiume, letta per circa un'ora e un quarto, ha bocciato le eccezioni presentate dagli avvocati Ghedini e Longo e riguardanti cinque tematiche: l'incompetenza funzionale; la carenza di potere dei magistrati milanesi; l'incompetenza territoriale; la nullita' del giudizio con rito immediato; la mancata celebrazione dell' udienza per la formazione del fascicolo del dibattimento.
In particolare, riguardo alle ultime due questioni, i giudici hanno piu' volte ribadito che i pm di Milano e il gip che ha disposto il processo non hanno violato il diritto di difesa, mentre i due legali del premier piu' volte hanno scosso la testa.
''L'imputato – hanno spiegato i giudici – per mezzo dei suoi difensori ha esercitato tutte le facolta' di difesa consentite''. I magistrati hanno sottolineato che infatti gli avvocati del presidente del Consiglio hanno presentato memorie difensive e hanno svolto indagini difensive a partire dall' ottobre 2010.
Inoltre i giudici hanno chiarito che la valutazione delle condizioni per l'ammissione a rito immediato non spetta al tribunale, ma al gip che ha disposto il processo e che i tempi e i modi del rito sono stati rispettati. Infine, sull'eccezione presentata dalla difesa riguardo l'iscrizione tardiva di Berlusconi nel registro degli indagati, i giudici hanno fatto notare che il momento dell'iscrizione e' rimesso alla prudente valutazione e discrezionalita' del pm e non del giudice.
