ROMA – Quel ritornello “Ruby nipote di Mubarak” rimbalzato dai giornali alle tv, non solo ha imbarazzato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma avrebbe fatto infuriare il presidente egiziano. Almeno secondo quanto ricostruisce il sito Dagospia.
Proviamo a seguire tappa per tappa la storia, seguendo il ragionamento di Roberto D’agostino. Tutto è partito dalle colonne del “Fatto quotidiano” il 26 ottobre 2010 con un articolo di Gianni Barbacetto, poi due giorni dopo Piero Colaprico e Giuseppe D’Avanzo hanno rilanciato su “Repubblica” la questione.
Si parte con la ormai famosa telefonata del 27 maggio scorso fatta da Silvio Berlusconi al telefono di Pietro Ostuni, capo di gabinetto del Questore Vincenzo Indolfi. E’ lì che Ruby, che in realtà è marocchina, sarebbe stata fatta passare per la nipote di Hosni Mubarak, che dell’Egitto è presidente.
Secondo quando scrive Dagospia, passati un paio di giorni dalla deflagrazione della “bomba” Ruby sarebbe partita una lettera dal Cairo “all’indirizzo del primo inquilino di Palazzo Chigi, portata brevi manu dall’ambasciatore dell’Egitto in Italia”. In quelle righe secondo il sito il presidente egiziano avrebbe usato toni non certo concilianti.
A quel punto cosa fa Berlusconi? Avrebbe cercato di calmare le acque mandando il ministro degli Esteri Franco Frattini in persona. L’agenzia di informazione Ansa manda in rete il 22 novembre 2010 la notizia: “Comincia oggi in Israele una fitta missione mediorientale di quattro giorni del ministro degli Esteri, Franco Frattini, destinata a culminare con una tappa nella Striscia di Gaza e focalizzata in primo luogo sui temi del rilancio dei negoziati e sui dossier dei diritti umani. Frattini, dopo lo sbarco all’aeroporto di Tel Aviv, ha in agenda per il pomeriggio incontri a Gerusalemme con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu…. A seguire è programmata una sosta a Sderot, la cittadina a sud d’Israele bersaglio in passato di ripetuti lanci di missili dalla Striscia di Gaza che precedera’ il trasferimento in Egitto per colloqui coi vertici del governo del Cairo e il presidente, Hosni Mubarak”.
Eppure, scrive Dagospia, Frattini in Egitto non ci sarebbe mai arrivato. Perché? “Pare confermato il fatto che il Mubarak furioso che non abbia avuto nessuna voglia di ricevere il messaggero di Berlusconi”.
Nel tran tran dello scandalo Ruby che occupa opinionisti, giornalisti e non solo in Italia, in Egitto il 25 gennaio 2011 cominciano le rivolte. Mubarak ha altro a cui pensare, eppure l’8 febbraio 2011 in un pezzo di Paolo Colonnello su La Stampa si legge: “Come venne in mente a Silvio Berlusconi di dire che Ruby Rubacuori era la «nipote di Mubarak»? Pare che nelle nuove carte depositate sabato in procura dalla difesa del Premier ci sia anche questa risposta: un interprete egiziano della Presidenza del Consiglio, preso a verbale dagli avvocati Ghedini e Longo, perché avrebbe tradotto un colloquio di Berlusconi con Hosni Mubarak nel quale si sarebbe parlato proprio di Karima el Mahroug, in arte Ruby”.