Ruffini via da Rai3, Garimberti: “Scelta aziendale”. Zavoli: “Sbagliati tempi e modi”

Paolo Garimberti, presidente della Rai, ha spiegato il suo voto favorevole alla sostituzione di Paolo Ruffini con Antonio Di Bella per la direzione di Rai3: “Ho votato sì perché si tratta di una nomina largamente condivisa che soddisfa pienamente le quattro condizioni che avevo posto”.

“A conferma del valore che attribuiamo a questo professionista che ha lavorato molto bene e a lungo a Rai3, affidiamo in sostanza il progetto più importante degli ultimi anni, quello che disegnerà la Rai del futuro: il coordinamento della struttura che sovrintenderà ai nuovi canali sul digitale terrestre”, ha concluso Garimberti. Ruffini, interpellato sul suo nuovo incarico, la pensa diversamente: “Vorrei sapere di cosa parliamo. Ho sentito parlare di collaborazione, ma non saprei proprio cosa dire, è una direzione che non esiste”.

I modi e i tempi della sostituzione di Ruffini sono stati criticati anche da Sergio Zavoli, presidente della Commissione di vigilanza: “Non si può negare alla Rai il diritto, addirittura il dovere, di esercitare i suoi poteri. Ciò che nella sostituzione del dottor Ruffini è parso tuttavia esorbitare da criteri giurisdizionali sono stati tre elementi: l’estenuante lentezza della decisione; l’assenza di motivazioni che accreditassero la natura professionale del provvedimento; l’incongrua, nuova collocazione escogitata per giustificare un esito di cui la politica stessa, certo non estranea alla questione, non credo possa menar vanto”.

“Ai riconoscimenti pressoché unanimi riservati alla qualità del lavoro svolto dal dottor Ruffini – ha continuato Zavoli – è nondimeno doveroso aggiungere la persuasione che il dottor Di Bella saprà portare nel nuovo incarico i meriti acquisiti nel corso della sua carriera”. “Spero – ha concluso – che una ponderata riflessione possa orientare per il meglio le decisioni riguardanti le nomine ancora in sospeso”.

Non le manda a dire Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazioni del Partito Democratico: “La rimozione di Paolo Ruffini è una brutta pagina per il servizio pubblico. Il vertice Rai ha infatti dato esecuzione a un ordine esterno e così facendo ha mandato un messaggio chiaro all’azienda: qualità e ascolti valgono zero, il pluralismo autentico è una anomalia da combattere”.

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