Francesco Rutelli guarda con attenzione alla crisi interna del Pdl e sogna a occhi aperti: secondo il leader di Alleanza per l’Italia lo “strappo” dei finiani potrebbe portare alla nascita di un “terzo polo” che si inserisca tra centrodestra e centrosinistra.
Per Rutelli «se si resta Guelfi e Ghibellini, vince sempre Berlusconi». In un’intervista pubblica sul Sole 24 Ore, Rutelli ha sottolineato che «l’Italia non è più quella dei due poli e tanto meno dei due partiti che hanno perso milioni di voti in pochi mesi».
Il leader di Alleanza per l’Italia commenta la frattura tra il premier Berlusconi e il presidente della Camera Fini e spiega come quest’ultimo sia «amareggiato per come viene percepita la sua scelta nel suo schieramento. Quello che non trova nel Pdl è il gioco di squadra». Questa frizione, secondo Rutelli manda in soffitta le modifiche plebiscitarie, «per fare le riforme istituzionali utili al Paese serve comunque un equilibrio che oggi non vedo».
E in questo frangente, Rutelli si dice sorpreso del silenzio del Pd rispetto alla richiesta di andare alle elezioni anticipate. «È il primo caso al mondo – dice – di un partito di opposizione che non vorrebbe giocarsi la chance di ribaltare l’esito delle votazioni che lo hanno visto perdere». In questo cuneo potrebbe inserirsi quella che Rutelli definisce «una nuova coalizione della crescita» che abbia come primo obiettivo quello di tagliare la spesa e cambiare il fisco.
Sulla Lega, infine, Rutelli aggiunge che si tratta di uno «strano partito di governo: una miscela di gestione del potere e di opposizione permanente. Il paradosso è che ha successo perchè rifiuta di avere un progetto nazionale». «La Lega è un partito delle balere e dei bar», aggiunge Rutelli e arrivare alla gente dai bar «radica gli amministratori sui territori ma non aiuta a guardare l’interesse generale».
