ROMA, 27 GIU – ''Le parole di un ladro reo confesso, traditore della fiducia di un intero partito e calunniatore non sono da prendere sul serio''. Lo scrive Francesco Rutelli in una lettera al Corriere della Sera in cui fornisce una serie di precisazioni in merito agli articoli sul caso Lusi pubblicati nei giorni scorsi dal quotidiano di via Solferino.
Le risultanze dell'inchiesta giudiziaria dimostrano quanto sia stata mal riposta la nostra fiducia verso Lusi. Ma da qualche mese – sottolinea Rutelli – anche l'attenzione della stampa verso le sue dichiarazioni: se è' vero che egli ha mentito nel primo interrogatorio, ha mentito nel secondo interrogatorio, non ha ammesso nulla nei suoi tre interventi al Senato, ha diffuso attraverso infinite interviste una quantita' di veleni e depistaggi che sono stati puntualmente richiamati negli atti dei pubblici ministeri, del gip, del Tribunale del riesame''.
Fino, prosegue Rutelli, alla ''calunnia finale: che fossi io a dargli ordini per mettere al sicuro fondi rubati alla Margherita. Dove? In una societa' canadese cointestata con la moglie con sede nell'abitazione del cognato; in ville e appartamenti intestati ai suoi familiari; in costosi restauri delle abitazioni sue e dei suoi parenti? Una follia! La si puo' prendere sul serio, accettare che sia colpito cosi' un politico integro, il cui tenore di vita e' identico a quello ereditato dai genitori, le cui attività' gli inquirenti hanno verificato capillarmente da ormai sei mesi?''.