Per Francesco Rutelli i recenti scandali sugli appalti del G8 alla Maddalena e sul caso Fastweb fanno pensare ad un “federalismo corruttivo”. Più che di una nuova Tangentopoli, ha detto Rutelli “oggi parlerei di un federalismo corruttivo. Ormai i soldi pubblici sono gestiti dagli Enti locali” e “questo costituisce un gigantesco terreno di diffusione della corruzione, della quale ci si sta occupando ben poco, visto che a questa Tangentopoli federalista non corrispondono verifiche di qualità né controlli credibili nella Pubblica Amministrazione”.
Questa l’analisi del leader di Alleanza per l’Italia Francesco Rutelli, che in un’intervista al quotidiano Il Messaggero lancia una serie di proposte per arginare la “questione immorale”. “La diffusione della corruzione – dice Rutelli – impone di creare un sistema coordinato, più snello, dai Comuni ai vertici dello Stato, ma senza moltiplicare le verifiche burocratiche né la complicazione amministrativa”.
Nella pubblica amministrazione “dopo una lunga stagione di spoil system , occorre selezionare la classe dirigente secondo il merito, nominata da un’agenzia indipendente. E per evitare radicamenti di potere eccessivo va imposta l’alternanza dei dirigenti pubblici, a scadenza certa”. In ambito politico, prosegue Rutelli, deve essere ineleggibile chi è condannato in via definitiva, mentre “ai partiti spetta valutare se candidare chi è anche soltanto rinviato a giudizio per reati gravi”.
Vanno poi sanzionate le spese elettorali infedeli rispetto a quanto dichiarato, e chi ha rubato dovrà restituire il maltolto. In merito all’inchiesta su G8, “ho lavorato con Balducci e Bertolaso”, dice l’ex leader della Margherita. “Se avessi avuto sentore di disonestà, sarei stato il primo a denunciare”.