“La politica rinunci alla violenza verbale”. L’invito รจ del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che in un’intervista al Quotidiano Nazionale avverte: “Basta veleni o ci scappa il morto”.
“La politica – invita Sacconi – non aspetti il morto per riflettere sul linguaggio violento, sulla violenza verbale che, da tempo, si รจ scatenata contro le istituzioni rappresentative, democraticamente elette”. Lo Stato, spiega poi, “ha sconfitto militarmente il terrorismo e la storia non si ripete. Oggi, perรฒ, c’รจ un clima di violenza verbale contro le istituzioni e le figure democraticamente elette che le rappresentano. Questo clima puรฒ incoraggiare persone fragili, anche psichicamente, a compiere gesti di violenza. Qualcuno che vive in una situazione personale di disagio e di difficoltร , puรฒ sentirsi, nel suo farneticare, autorizzato a colpire persone identificate come nemici da abbattere”.
Insomma, Sacconi teme “il gesto del folle”, ma, aggiunge, “non dimentico che in Italia esiste ancora un pulviscolo ideologico e antagonista dal quale puรฒ maturare un gesto estremo”.
Sacconi si sofferma poi sulla divisione tra Cisl e Uil da una parte e Cgil dall’altra. Riconosce che la Cgil non ha superato il limite della dialettica politica, ma osserva: “Certo, perรฒ, mi sarebbe piaciuto vedere una presa di distanza, un attestato di solidarietร , dopo quel volantino della Fiom-Cgil di Bergamo con la scritta Fermiamoli. Ma forse mi sono sfuggiti”. Secondo Sacconi, infatti, “quel fermiamoli รจ duramente evocativo degli anni di piombo”.
