Dl Salva Liste: mancano i deputati Udc, fallisce sgambetto al governo e Franceschini si infuria

Dario Franceschini

Troppe sedie vuote tra i banchi dell’Udc e l’ex segretario del Partito Democratico Dario Franceschini si arrabbia. In ballo, alla Camera dei Deputati c’erano le pregiudiziali di costituzionalità al decreto salva liste presentato dal Governo. Pregiudiziali respinte per 13 voti a causa di 17 assenze tra le fila dei deputati del partito di Pierferdinando Casini.

Franceschini, secondo quanto raccontano alcuni compagni di partito,  non l’ha presa bene e ha sbattuto il pugno sul banco lanciando a terra il fascicolo del provvedimento. Alla questione, del resto, il deputato del Pd lavorava già da alcuni giorni e proprio per tentare di bloccare il decreto aveva tenuto i contatti con i capigruppo di Idv e Udc, Massimo Donadi e Michele Vietti.

Lunedì 15 marzo  i funzionari del gruppo avevano inviato sms a tutti i deputati del Pd ricordando il voto e spiegando che nessuno sarebbe stato considerato assente giustificato. Ma martedì,  al momento decisivo, nonostante la presenza massiccia di Pd e Idv, le pregiudiziali sono state bocciate. Nell’Udc, oltre ai due big del partito, Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa, sono mancati all’appello, tra gli altri, Paola Binetti, Mauro Libé, Michele Vietti, Savino Pezzotta, Teresio Delfino. Nel Pd non si sono presentati in Aula solo in tre, mentre nell’Idv non ci sono state assenze.

Se Franceschini si arrabbia il segretario del Pd Pier Luigi Bersani la prende con più filosofia e si limita a dire:  «C’è stata una maggioranza risicata».

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Emiliano Condò