Il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso è atterrato poco prima delle 10 al campo sportivo di San Fratello (Messina), per effettuare un sopralluogo dopo la frana che la settimana scorsa ha colpito il territorio provocando l’evacuazione di quasi 2000 cittadini. Il Capo della Protezione civile è stato accolto da un bagno di folla che lo ha acclamato e “santificato” quasi fosse Padre Pio.
Inchiesta G8. Impossibile non parlare del ciclone giudiziario in cui è coinvolto proprio il capo della Protezione civile. «La mia situazione personale – ha spiegato ai giornalisti Bertolaso – è nota a tutti, quindi io lavoro serenamente giorno per giorno per dare risposte e garantire interventi. Poi è il governo che deve decidere. Io non sono mai stato legato ad alcuna poltrona, sto seduto molto poco perchè giro l’Italia. Ma se mi dovessero dire che il mio tempo è scaduto – ha sottolineato Bertolaso – io sono pronto a lasciare immediatamente».
Il capo della Protezione Civile ha detto di «non essere assolutamente pentito delle scelte fatte», e ha auspicato che «tutto quello che sta accadendo finisca presto per potere garantire alla Protezione Civile nazionale di andare avanti a testa altra come ha sempre fatto».
«Stanno cercando di distruggere la mia credibilità – ha aggiunto – e questo è sotto gli occhi di tutti. Anche qualche titolo di oggi continua a insinuare una serie di comportamenti che non mi appartengono e che non ho mai avuto. Quindi di cosa si tratta se non di cercare di minare la credibilità di un rappresentante dello Stato? Sono venuto qui per portare avanti il mio lavoro e dare risposte ai cittadini e non per cercare solidarietà e adesioni a tutto quello che sta accadendo a me e al sistema di Protezione Civile».
Quando parlo con gli abitanti di San Fratello e di qualsiasi altra parte d’Italia – ha osservato Bertolaso – prendo degli impegni e gli italiani mi credono e mi rispettano perché sanno che io poi quegli impegni li mantengo. Nel momento in cui si cerca di gettare fango su di una persone, un sistema e un’organizzazione il rischio è che si perda la fiducia. Bisogna essere seri, severi nei giudizi ma imparziali e obbiettivi».
Sopralluogo sui posti della frana. «Lo Stato qui è presente – ha detto Bertolaso – dal primo minuto sono arrivati volontari, protezione civile e i vigili del fuoco. Il maresciallo della stazione dei carabinieri ha subito cominciato a fare le evacuazioni. Mi pare che la presenza dello stato sia garantita. È da otto anni e mezzo che parlo di prevenzione, che dico che l’Italia è una e che bisogna investire per prevenire e gestire le emergenze».
Parlando dell’emergenza frana, il sottosegretario ha detto: «Non stanno franando i Nebrodi, sta franando parte di questa provincia, parte della Calabria. È una situazione molto più critica rispetto a qualche caso isolato».
Spostatosi poi nella frazione di Giampilieri a Messina, Bertolaso ha detto: «Non credo che per quel che riguarda i fondi ci siano problemi. Sono stati già stanziati i primi 60 milioni di euro e poi, dopo una discussione con il presidente della Regione e con il sindaco di Messina, abbiamo notato che questi fondi stanno per essere tutti esauriti e quindi ci sarà un intervento economico ulteriore da parte del governo per garantire il proseguimento di tutte le attività».
«L’unico problema – ha aggiunto – che non abbiamo è quello economico. Molto più importante è il problema delle verifiche della situazione, della messa in sicurezza del territorio, del lavoro per mettere a posto gli edifici o della realizzazione di nuove case dove non fosse possibile una ristrutturazione».
Lombardo. «Sulla costa del messinese si è costruito in maniera folle. Altro che 150 metri dal mare, ci sono case anche a 30 metri dal mare». Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, dopo avere sorvolato in elicottero con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, la zona che va da Messina fino a raggiungere San Fratello, il comune più colpito dalla frana di sabato scorso.
«Abbiamo visto dall’alto tutta la costa del messinese -ha detto Lombardo- e da lassù abbiamo visto la fenditura della terra. La situazione progredisce lentamente».
Gli abitanti di San Fratello. «Berlusconi parli anche della Sicilia. Noi non siamo cittadini di serie B. Venga a vedere cosa è successo a San Fratello e intervenga subito»: è la richiesta d’aiuto lanciata da un’abitante di San Fratello (Messina), Angela Carroccetto, a Guido Bertolaso, durante il sopralluogo. «Non ci abbandoni – supplica un altro abitante – non dimenticatevi di San Fratello». E una donna, con le lacrime agli occhi dice: «Voi occupatevi dell’emergenza, che noi sanfratellani faremo il resto». Bertolaso ha stretto le mani a tutti dicendo: «Lo Stato non vi abbandona».
Berlusconi. «Ci ricordiamo quello che è avvenuto a Napoli: a seguito del malgoverno di Prodi era letteralmente sommersa dai rifiuti, facendo andare in tutto il mondo immagini devastanti». Lo sostiene in una telefonata all’iniziativa di Rete Italia, il premier Silivo Berlusconi, secondo il quale i responsabili di quel caso sono «gli stessi che accusano Bertolaso a cui si dovrebbe fare invece un monumento».
La replica di Prodi. «Di malgoverno gli italiani ne hanno conosciuto uno solo: quello di Silvio Berlusconi, il premier delle promesse disattese, impegnato a difendere con le unghie e con i denti le proprie aziende prima e se stesso dopo. Contro la giustizia e senza rispetto dei valori di cui si riempie la bocca», ha replicato Sandra Zampa, portavoce di Romano Prodi e deputato del Partito Democratico.
«Gli italiani sapranno giudicare da sè: la storia e il tempo fanno giustizia delle urla, degli strepiti, del potere mediatico – ha aggiunto -. E sarà così anche in questa occasione. Quanto all’emergenza rifiuti a rifiuti di Napoli è bene ricordare come lo stesso sottosegretario Bertolaso abbia più volte dichiarato di aver seguito, nella soluzione del problema, il piano già predisposto con il presidente Prodi, che è risultato dunque molto efficace».
Casini. «Siamo garantisti con Bertolaso, ma non con i troppi ladri che circolano nella politica, che la inquinano e fanno perdere credibilità a istituzioni e partiti – dice il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini – Crediamo non ci debba essere l’ennesimo spot contro la corruzione, ma fatti concreti». Quanto alle intercettazioni, Casini ritiene che «non possono essere pubblicate sui giornali, in maniera abnorme, quando non hanno attinenza con le indagini, ma deve essere chiaro che le intercettazioni sono indispensabili, servono per trovare che ha le mani nella marmellata. Quindi, no alle intercettazioni pubblicate sui giornali, sì a quelle che servono alle indagini. Perché limitare oltre misura l’uso delle intercettazioni significa gettare la spugna nella lotta alla corruzione».