Il nuovo corso delle Regioni rischia di ripartire dalle tasse. Almeno per quelle, e non sono poche, che hanno il bilancio della sanità in rosso. Nel consiglio dei ministri che si è svolto nella mattinata di giovedì 13 maggio sono stati convocati i sei governatori delle Regioni con la Sanità commissariata (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia) e, alla fine del vertice, l’unica strategia concreta per risolvere la situazione che si è prospettata è quella di un aumento della pressione fiscale per ripianare il deficit. La situazione è critica per Lazio, Campania, Calabria e Molise mentre Abruzzo e Sicilia (che non hanno partecipato all’incontro) vantano dei conti migliori che dovrebbero tenerli, almeno per il momento, al sicuro dall’aumento delle tasse. Il consiglio dei ministri, cui non era presente Silvio Berlusconi, è stato presieduto dal ministro dei Trasporti Altero Matteoli.
Tra i più espliciti nello spiegare la situazione il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti: “Alzeremo le tasse in tutte le Regioni che hanno problemi nel rientrare dal deficit sulla sanità”. Il governatore ha aggiunto: “Speravamo di poter accedere ai fondi Fas (quelli per le aree sottosviluppate, ndr) ma i ministri competenti prevedono che sia prima approvato un piano di rientro dal deficit e solo dopo sarà possibile accedere ai Fas”.
“Questo è stato solo il primo confronto ma ci rivedremo per concordare le procedure dei piani di rientro – ha sottolineato ancora Scopelliti – Per quanto riguarda la Calabria abbiamo ereditato una situazione difficile, il piano di rientro approvato lo scorso 17 dicembre dall’amministrazione Loiero ad oggi non è stato ancora rispettato ed il nostro debito è sconosciuto al punto che abbiamo chiesto alla Kpmg di lavorare giorno e notte per certificarlo. C’é chi dice che sia 2,1 miliardi ma altri dicono che sia 1,1 miliardi perché ci sono crediti non quantificati che vantiamo”.
Dichiarazioni analoghe anche per il neo presidente della Campania Stefano Caldoro che, lasciando Palazzo Chigi ha spiegato: “Il governo ci ha detto che le regioni con il deficit sanitario dovranno aumentare le tasse fino al ripianamento del deficit stesso”.
Tra i più sereni il governatore abruzzese Franco Chiodi che spiega: “Io lo sapevo da tempo ma è una buona notizia per tutti gli abruzzesi. L’Abruzzo è chiamato fuori dall’aumento delle tasse per sostenere il deficit sanitario. Siamo stati convocati in sei ma poi Abruzzo e Sicilia non hanno partecipato alla riunione perché all’ultimo tavolo di monitoraggio sulle spese sanitarie del 17 aprile scorso i nostri piani avevano ricevuto un buon giudizio”. Durissima, invece, la reazione del presidente della Regione Molise Michele Iorio: “Ci hanno chiesto di aumentare le tasse. Abbiamo detto che è assurdo, iniquo e incomprensibile”.
La spiegazione del no governativo all’utilizzo dei Fas arriva dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che a margine di un incontro spiega: “Il governo ha ritenuto di non dare il via libera alla richiesta di utilizzo dei fondi Fas per ripianare il deficit di quattro regioni. La motivazione è che queste regioni non hanno dato garanzie ai tavoli di monitoraggio sia per quanto riguarda la certezza dei conti sia per quanto riguarda il fatto di avere avviato di processi di riqualificazione della rete assistenziale”.
Non dando questo tipo di garanzie, specifica il ministro, “si è creata una situazione tale in cui non si può consentire di utilizzare i fondi Fas come un bancomat. In altre parole questi fondi devono essere utilizzati non certo per ripianare il deficit ma solo nel momento in cui le Regioni avranno dato concrete dimostrazioni di voler avviare processi di risanamento”.