Sanità Puglia: Tremonti non firma il piano di rientro preparato da Vendola

Tremonti

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha informato direttamente e personalmente poco fa il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, della sua decisione di non firmare il Piano di rientro sanitario pugliese. Lo si è appreso da fonti della Regione Puglia. Tremonti ha espresso l’esigenza di un ulteriore approfondimento dei dati tecnici contenuti nel piano da parte sua. Il ministro ha anche comunicato al presidente Vendola – a Roma oggi proprio per sottoporre il piano alla firma di Tremonti – la sua intenzione di presentare domani al Consiglio dei ministri un decreto legge per il rinvio della data ultima per la sottoscrizione del Piano di rientro della Puglia.

Il piano di rientro dal deficit sanitario della Puglia era stato ‘validato’ tecnicamente ieri sera dagli uffici del ministero della Salute e – secondo fonti della Regione Puglia – il ministro Ferruccio Fazio era pronto a firmare, ma Tremonti – sempre secondo quanto si è saputo – avrebbe deciso di leggere personalmente i contenuti del piano pugliese decidendo anche di presentare nella giornata di domani al Consiglio dei ministri un decreto legge di rinvio della data ultima per la sottoscrizione.

Il nodo rimane, a quanto pare, quello dello stop alle internalizzazioni chiesto dal governo. Il governo ha chiesto che la Puglia si impegni a sospendere gli effetti delle leggi impugnate, fino alla sentenza della Corte costituzionale. Le normative in questione sono la omnibus (2010) che prevede internalizzazioni e stabilizzazioni ma anche la legge 27 del 2009 che prevede sia la Regione e non solo le Asl a decidere la destinazione di una quota di lavoratori nel turn-over sanitario. La Puglia ha presentato una controproposta: costituire un tavolo tecnico che esamini le norme pugliesi impugnate dal governo e ne verifichi l’impatto economico-finanziario sul Piano di rientro.

Solo se venga accertato un impatto sui conti, la Regione sarebbe quindi disponibile a sospenderne gli effetti. In una nota diffusa dall’ufficio stampa della Regione Puglia ieri sera veniva affermato che ”l’accordo dal punto di vista tecnico è stato chiuso ai tavoli romani al 100%”. ”Resta un solo punto di criticità e di dissenso – veniva confermato sempre nella nota – che vede la sterilizzazione degli effetti delle due leggi regionali (la legge 4 del 2010 e la legge 27 del 2009) portate dal governo nazionale all’ attenzione della corte costituzionale”.

”Su questo punto la regione Puglia – si legge ancora nel testo diffuso ieri dall’ufficio stampa della Regione – ha manifestato piena disponibilità ad aprire da subito un tavolo tecnico per valutare specificatamente quelle norme che possono confliggere con il piano di rientro”. Il Piano di rientro è un adempimento indispensabile per far giungere nelle casse regionali della Puglia i circa 500 milioni di euro bloccati a Roma, quale sanzione comminata alla Puglia per la violazione del Patto di stabilità e quale strumento indispensabile per riportare in ordine i conti della sanità pugliese.

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