Nichi Vendola si dice «bersaglio del fuoco amico». In un’intervista rilasciata a La Stampa il presidente della Regione Puglia ha espresso il timore di dover “lottare” non solo con gli avversari politici, ma anche con gli alleati.
«Sono impegnato in una battaglia politica molto dura su più fronti: target del centrodestra ma anche bersaglio del fuoco amico», ha affermato il governatore. Vendola ha così commentato la sua presunta iscrizione sul registro degli indagati per concussione: le voci si sono diffuse negli ultimi giorni e sono relative all’inchiesta sulla sanità pugliese.
Vendola parla di «una costante strumentalizzazione di vicende che non hanno alcun rilievo penale e che rischiano di diventare un’arma impropria della politica» ma si definisce anche «impermeabile» a questi «schizzi di fango».
«Capisco di essere un’anomalia politica – dice – La Puglia è un laboratorio di riformismo radicale. Peccato che qualcuno l’abbia voluto trasformare in lotta di potere, mandando a quel paese una stagione di successi indubitabili».
In altre dichiarazioni, rilasciate stavolta al Corriere della Sera, Vendola rincara la dose e aggiunge che «certe notizie» sembrano uscire non più da «meccanismi a orologeria», ma «col cronometro». «Penso che mi hanno fatto una porcata».
D’Alema? È la «balia di Boccia», dice. Poi le previsioni sulle primarie di domenica: «Le vinco io con il 60%, e con D’Alema fermo al 40%… cioè no, con Boccia fermo al 40%».