Quando la politica gioca duro, pagano i cittadini: leggiamo questo titolo sul Secolo XIX di Genova: “Liguria, spariti i fondi per 7000 disabili”. La prima impressione è che qualcuno li abbia rubati. Poi, andando avanti nella lettura dell’articolo di Alessandra Costante, appare chiaro che la colpa è della campagna elettorale ormai in moto. Il denaro a disposizione è poco, per tutti i tagli imposti dalla difficile situazione finanziaria italiana e la conseguenza che il governo delle fare delle scelte. Tra fare avere i fondi a una regione amica o a una ancora governata dalla sinistra non c’è molto da esitare, avranno pensato in alto loco.
Così, “il governo non scuce i 400 milioni di euro destinati al fondo per la non autosufficienza e in Liguria è a rischio l’assistenza alle 6.800 persone, 5.000 anziani e circa 1800 disabili, che ogni mese ricevono un aiuto economico (350 e 280 euro). Dice l’assessore Lorena Rambaudi: o si riduce il numero degli assistiti o l’importo degli assegni. Uno spiraglio c’è ancora, ed è la discussione in aula del “Milleproroghe”: «Da politico devo crederci, ma da amministratore non mi illudo»”. E c’è anche da credere che, trattandosi di una terra austera come la Liguria, quei disabili siano davvero disabili e che quindi il taglio del governo vada a colpire gente che ne ha un bisogno fondamentale.
Per completare il quadro delle scelte elettorali e demagogiche del governo, l’articolo di Alessandra Costante fornisce un’altra brutta notizia: “Gli abitanti di Varazze e Genova Sestri Ponente, alluvionati lo scorso 4 ottobre, non godranno della proroga delle tasse che scadevano il 15 dicembre”. Come dire, in Abruzzo, dove il partito di Berlusconi controllava e controlla la macchina di distribuzione dei favori, è stata montata una campagna propagandistica che in parte è naufragata nello scandalo ma che comunque ha certamente rafforzato le posizioni volute. Ma a quei comunistacci di Genovesi, anche se di Riviera, nemmeno un euro, meglio tenerli a stecchetto.
Ultimissima: “Infine, non arriveranno neppure i 30 milioni di euro per il trasporto pubblico”.
Vengono in mente le sanzioni che di tanto in tanto sono imposte a paesi governati da dittatori infami, come l’Iran, l’Iraq e, prima del bunga bunga, la Libia. Chi ne ha sempre fatto le spese sono stati i poveracci. Ma a chi tira il fili del mondo, che gliene importa?