“Da Berlusconi deriva autoritaria, io mai con lui”: quando il ministro Romano attaccava il premier

Saverio Romano, foto La Presse

ROMA – C’era un tempo in cui il neo ministro Saverio Romano non era così convinto di appoggiare il governo Berlusconi e, anzi, attaccava il premier, la sua compagine e il suo modo di fare politica. Il tutto scritto nero su bianco e ancora reperibile sul suo sito ufficiale. In cui si scorgono vecchi post in cui Romano diceva ad esempio: “Un ingresso nel governo? Fantasticherie, non so se piangere o ridere”. “Berlusconi? Un generale ‘lìder maximo’. Non sono interessato alle sue offerte”. E su se stesso nel settembre 2011 diceva: “Desidero essere ricordato come uno che non ha mai cambiato bandiera”.

Sul sito si possono leggere attacchi a Berlusconi e al governo di cui ora lo stesso Romano è entrato a far parte. Attacchi che risalgono al 2009, quando ancora era nell’Udc, ma anche a tempi più recenti, quando l’attuale ministro aveva già divorziato da Pier Ferdinando Casini per dare vita ai Popolari d’Italia Domani.

E’ del maggio 2009 il posto in cui Romano attacca pesantemente il premier parlando di una “deriva autoritaria e plebiscitaria, ideata, voluta e predisposta nei minimi dettagli da un uomo che si chiama Silvio Berlusconi”.

E’ invece il 24 settembre 2010 quando Romano pubblica un post nettissimo: “Non sono interessato alle offerte di Berlusconi”. Dentro si legge: “Leggo già da diversi giorni di un mio inserimento in una lista di futuri sottosegretari del governo, ma è evidente che si tratta di fantasticherie. E’ chiaro che il premier ha tutto l’interesse a cavalcare l’onda del dissenso che ho espresso all’interno dell’Udc, ma la mia è una posizione politica dettata dalla voglia di dare un contributo alla crescita del nostro Paese. Non so quindi se piangere o ridere davanti a ciò che hanno scritto i giornali in questi giorni”.

Andando indietro nel tempo si trovano attacchi anche più duri. Siamo nel settembre del 2009 e Romano ironizza sul fatto che Berlusconi si sia paragonato ad Alcide De Gasperi: “E’ infatti nota la sobrietà di Berlusconi, il suo rispetto per le istituzioni dello Stato e per l’opposizione ma di Berlusconi ammiriamo anche il suo elogio del pluralismo dell’informazione, i toni pacati ed equilibrati dei suoi discorsi politici, il suo interesse per lo sviluppo del Mezzogiorno, la lungimiranza della sua politica estera fatta essenzialmente di pacche sulla spalla a Putin, Gheddafi e George W. Bush – annota sarcastico -. Tutte doti che De Gasperi non aveva e che Berlusconi invece possiede”.

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