“Lo so, ho fatto la figura del deficiente” spiega ora, in un settembre un po’ più dolce di quel maggio rovente di polemiche e di messaggi trasversali tra Imperia e Roma, dove il suo caso e quello della cricca Balducci, Anemone, Zampolini e la storia degli 80 assegni, faceva girare la testa a tutto il mondo politico. Ma come? un personaggio avveduto come Scajola, uno prudente, che misura ogni passo, che si consiglia e approfondisce fino alla minuzia, farsi fregare a quel modo?
Oggi Scajola, tornato a Imperia, insiste solo su uno di quei tasti della notte da Vespa: “Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia, i magistrati non mi hanno convocato, non mi accusano di riciclaggio per quei soldi girati via e sono passati quattro mesi.” Gli ribattono che le indagine della abile Procura di Perugia non sono affatto concluse ed anzi, ogni tanto, qualcuno scrive che la sua posizione si aggrava e che ben presto gli contesteranno qualcosa. Da queste voci nasce il tiramolla tra Roma e Imperia (“Mica potevo esimermi da andare a Roma, quando Berlusconi mi ha convocato”), ma nasce anche una prudenza ulteriore nelle comparsate pubbliche nel circondario di Imperia-Sanremo, nella sua Liguria, dove il Pdl si sta sfarinando, tra dimissioni e polemiche che squassano i neofiniani e i fedelissimi di u ministru, che osserva tutto dalla sua dolce collina e non profferisce verbo sull’indegno spettacolo ligure.
Sulle calate del porto-monstre, ora pieno di vele antiche e ieri di polemiche che sfiorano anche il costruttore romano Francesco Caltagirone Bellavista, costruttore delle banchine in società con la sua fidanzata Beatrice Cozzi Parodi, una giovane e bella vedova, “protetta” da Scajola, su quei moli girano altre battute e sibilano diversi sussurri per quello che nel suo giardino di ulivi, oltre la garitta delle guardie del corpo, Scajola sta preparando.
“Sembra Sherlok Holmes – spiano amici e parenti – indaga sul suo caso e sta preparando un memoriale per dimostrare il grande inghippo in cui l’hanno cacciato. Archivia, seleziona, collega….Chissà dove vuole arrivare?”. Chissà. Forse la chiave è proprio nelle parole di commiato di Berlusconi, l’altro giorno a palazzo Grazioli.
Poco trapela: l’ex ministro, noto per la sua pervicacia nel voler approfondire quel che non convince, figuriamoci,ma come ha potuto non vedere la macroscopica trappola che gli si spalancava sotto i piedi? Qualcosa però sbuca tra quegli ulivi. “Hanno riciclato alle mie spalle denaro sporco” sarebbe la conclusione di una parte del suo lavoro da Sherlok Holmes. “Più ci penso, più è così – racconta Scajola ai suoi più vicini. -Lo hanno fatto con me, perchè pensavano che non sarei stato controllato. “