ROMA – Non poteva passare inosservata la cena organizzata da Scajola per riunire chi nella maggioranza chiede un segno di discontinuità, cioè un allargamento all’Udc, o, per i più avventurosi, un passo indietro di Berlusconi. Vittorio Feltri dalle colonne del Giornale punta il dito contro l’ex ministro bruciato dalla questione dell’appartamento al Colosseo pagatogli “a sua insaputa”: “E’ di nuovo in cerca di casa”, ironizza il direttore, stigmatizzando le solite giravolte democristiane. Ma è un momento, l’ironia cede subito il passo alla preoccupazione: sarebbe un errore sottovalutare un democristiano, cresciuto in un partito “dove l’arte di pugnalare alla schiena gli amici era la principale materia di studio”. Si riferiva a Scajola appunto e a Beppe Pisanu, cui basterebbe anche uno sparuto drappello di 8 deputati per far cadere il governo.
Scajola ovviamente respinge ogni accusa di tradimento, senza tuttavia provare a nascondersi. La cena la ristorante il Cantuccio gli viene rinfacciata come la prova delle sue manovre complottarde. La fronda potenziale conterebbe già su almeno 45 parlamentari, una trentina a Montecitorio e una quindicina al Senato. Frattanto la lista dei “congiurati” gira sui giornali e sul tavolo della segreteria di Alfano. “Scajola non mi tradirà mai” prova a convincersi Berlusconi. Ma intanto i 16 della cena sono stati messi sotto osservazione “perché una cosa è portare la gente a cena, altra farla votare contro il Governo. E noi non stiamo certo con le mani in mano in queste ore”.
A proposito del famoso documento che dovrebbe dare sostanza alla proposta politica degli scajoliani si sono fatte delle ipotesi. La più minacciosa, una richiesta di un Berlusconi bis facendo entrare Casini, sottoscritto da 25 firme, il che significherebbe sfiducia automatica. Poi a scendere, rispetto al grado di intensità spacca-maggioranza, l’atto di fondazione dei gruppi autonomi. In subordine un appello ancora più accorato per spingere il Governo a fare di più per la crescita con un decreto sviluppo all’altezza delle necessità. Infine, solo un’alzata di polvere per poter parlare con Berlusconi e per trovare una sistemazione più adeguata nel partito.
Voci, quindi, ipotesi, nulla di già stabilito. Per la cronaca, i presenti alla cena erano i seguenti personaggi politici, finora abbastanza sconosciuti all’opinione pubblica, ma che, dovessero prender corpo certe macchinazioni, diventerebbero l’epicentro del terremoto. Dunque, in ordine sparso: Giustina Destro, Paolo Scarpa Bonazza Buora, Salvatore Cicu, Massimo Maria Berruti, Piero Testoni, Paolo Russo, Sabrina De Camillis, Roberto Tortoli, Roberto Antonione, Michele Scandroglio, Roberto Cassinelli, Fabio Gava, Massimo Nicolucci, Ignazio Abrignani, Raffaele Lauro, Franco Orsi.