Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ritiene di essere “sottoposto di fatto ad un vero e proprio processo mediatico che si basa su dichiarazioni rese da terzi il cui contenuto” gli è “ignoto ed in una vicenda nella quale l’unico dato realmente certo” è che non è indagato. Lo afferma lo stesso ministro in una nota, in cui aggiunge: “In questa situazione, nella quale la mia persona è quotidianamente ‘infangata’, ho dato mandato al mio legale di intraprendere tutte le iniziative che si renderanno necessarie a mia tutela”.
“Un mio intervento alle Camere, così come richiesto dai capigruppo del Partito democratico, sarà possibile dopo la mia audizione come persona informata sui fatti, già fissata con la Procura della Repubblica di Perugia”, ha precisato ancora Scajola.
L’Italia dei Valori ha deciso di presentare oggi una mozione di sfiducia nei confronti di Scajola: “Quanto sta emergendo in questi giorni sulle pagine dei quotidiani nazionali sul coinvolgimento del ministro Scajola, in merito all’acquisto di immobili, è di una gravità inaudita. A prescindere dal fatto giudiziario, che va accertato nelle sedi competenti, riteniamo ci sia una grande responsabilità politica. Per questo, oggi, l’Italia dei Valori ha deciso di depositare una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Scajola e ci auguriamo che le altre forze politiche non si tirino indietro. E’ la richiesta di un’assunzione di responsabilità”. Lo affermano il Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il Capogruppo dell’IdV alla Camera, Massimo Donadi.
Nella giornata di lunedì a parlare di dimissioni per il ministro Claudio Scajola, non è stato solo l’opposizione ma anche la maggioranza. Alla richiesta di Anna Finocchiaro del Pd si è aggiunta anche Fabio Granata del Pdl: “Ferma restando la solidarietà umana, chi è colpito da accuse circostanziate – tali da negare, evidentemente, l’esistenza di un fumus persecutionis – dovrebbe fare un’autonoma riflessione politica, e anteporre alle proprie legittime aspirazioni di esercitare l’azione di governo l’opportunità di fare un passo indietro per il bene del Paese e della maggioranza stessa”.
Un passo indietro a Scajola era stato chiesto anche dal presidente dei senatori Pd al Senato. “Noi proveremo ad insistere: Scajola venga in Parlamento a spiegare come sono andate le cose in questa torbida storia”, ma “se il ministro insiste nel suo rifiuto, non resta che una strada”. “In linea di principio io aspetterei sempre, prima di avanzare una richiesta di dimissioni, che venga formalizzato un capo di imputazione”, dice Finocchiaro in un’intervista a Repubblica. “Tuttavia la scelta di non voler chiarire i fatti in Parlamento lascia sconcertati e moltiplica i dubbi e i sospetti. A questo punto, se le dettagliate ricostruzioni giornalistiche corrispondono a quel che è davvero accaduto, Scajola se ne deve andare”.
Solo qualche giorno fa, in un incontro avvenuto a palazzo Grazioli, il premier Berlusconi aveva rassicurato Scajola: “Difenditi e vai avanti – aveva detto – attaccano te per colpire me”.