BARI – “Nel 2005 si applicava il manuale Cencelli per le nomine nelle Aziende sanitarie della Puglia”: le parole di Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl di Bari, vanno dritte contro il governatore Nichi Vendola. La Cosentino è stata interrogata dai giudici di Bari nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità pugliese. E ha detto, senza usare mezzi termini, che nei posti chiave della sanità regionale ci finivano “amici” di Vendola o degli uomini a lui più vicini. L’interrogatorio della Cosentino è stato riferito da Gian Marco Chiocci sul Giornale e ripreso dal sito Dagospia.
Scrive Chiocci che il primo caso sarebbe quello del professor Domenico Milella. Il dottore era considerato uomo di fiducia di Tommaso Fiore, assessore regionale alla Sanità. Chiocci, riferendo le parole della Cosentino, spiega che l’assessore voleva che Milella vincesse il concorso di primario nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Altamura. La Cosentino avrebbe detto di essersi inizialmente opposta ma poi, alle pressioni di Fiore e di Vendola, avrebbe dovuto capitolare.
Chiocci fa poi subito un altro esempio: la nomina di primario di chirurgia toracica dell’ospedale San Paolo di Bari. “Bandimmo il concorso – riferisce la Cosentino – e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Paolo Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo; espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in una istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò […] che l’istituzione non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi”. La Cosentino, a questo punto, scrive Chiocci, ha dichiarato di aver riaperto il concorso con una scusa, per far rientrare Sardelli.
Il professor Antonio Acquaviva invece, scrive Chiocci, sarebbe diventato primario di oculistica grazie all’intercessione dell’ex assessore Alberto Tedesco. “Riguardo alla nomina del professor Acquaviva vi è stata una forte pressione dell’assessore Tedesco sia sui tempi dell’espletamento del concorso sia sul nome dell’Acquaviva: quest’ultimo si era candidato in precedenza alle lezioni amministrative, non ricordo quali, nella lista del Tedesco, il quale sosteneva che Acquaviva fosse il migliore”.