Lo sceneggiatore de “La Piovra” risponde a Berlusconi, che ha detto di voler «strozzare gli autori» della serie televisiva sulla mafia.
«Ricordarsi, dopo tanti anni, che ci furono nove serie de “La piovra” può suonare anche come un riconoscimento per un’opera televisiva che fu la prima a parlare di mafia non più come coppola e lupara ma a livello di finanza nazionale. Ed un uomo attento ai sondaggi come il premier spero ricordi, con rispetto, che a vedere la puntata in cui moriva il commissario Cattani furono 17 milioni di italiani», ha detto Stefano Rulli, come riporta l’Ansa.
Per Rulli, «la frase del presidente sarebbe grave se fosse seria. Ma anche se detta in modo scherzoso, dimostra comunque insofferenza e scarsa considerazione verso gli artisti. Quella stessa insofferenza – sottolinea Rulli – che altri esponenti del Governo nazionale non hanno mancato di manifestare negli ultimi mesi, definendo gli artisti come fannulloni e scansafatiche».
«È successo anche con governanti di altro segno politico», dice Rulli, che ricorda «un Andreotti infastidito dal cinema neo-realista», osservando però che «mai come adesso c’è stato una sorta di compiacimento a mostrare questa insofferenza».