ROMA, 26 LUG – La Lega mette al momento da parte le tensioni interne e prova a ragionare sulle prossime mosse da fare, anche alla luce del duro richiamo del Capo dello Stato sul decentramento degli uffici dei ministeri.
Una 'tegola' che si aggiunge al logorante tira e molla con il Pdl sul decreto rifiuti. E ai mal di pancia del Carroccio sul dl missioni il cui voto e' previsto per domani al Senato.
Tutto questo si traduce, nei fatti, in una sorta di 'tregua armata' con Roberto Maroni, che peraltro, con una visita in serata al presidente del Consiglio, ormai si conferma come 'l'altro interlocutore' per l'alleato. Nel frattempo, il Senatur, prosegue con il 'riposizionamento' del partito verso la Lega 'di lotta' delle origini, dopo mesi, secondo molti, di eccessivi sbilanciamenti verso i desiderata del premier.
Lo strappo su Papa, insomma, che e' stato in fondo, secondo diversi parlamentari del Carroccio, un segnale che doveva essere mandato soprattutto alla base, (che l'ha ben accolto, come registrato dal clima delle feste del partito del weekend), potrebbe davvero essere solo l'assaggio di una nuova stagione nei rapporti tra Lumbard e Pdl.
Rapporti tesi negli ultimi tempi, che la missiva del Capo dello Stato, con ''rilievi e preoccupazioni'' sul tema del decentramento dei ministeri, certo non contribuisce a migliorare. I leghisti a caldo ufficialmente non reagiscono, evitando, per il momento, lo scontro frontale con il Colle. Ma l'unico che parla, Luciano Dussin, dice chiaro che ''i problemi di cui occuparsi sono altri''.
C'e' attesa, intanto, in casa del Carroccio, per le ''comunicazioni del segretario'' in occasione del Consiglio federale di Venerdi'. Una attesa segnata dai tentativi di derubricarlo a semplice riunione organizzativa, quando invece potrebbe diventare l'occasione per 'pesare' le forze in campo.
Un giorno ''anomalo'', fa notare un deputato, per riunire il consiglio. Dal quale proprio per questo, e' il ragionamento, potrebbero non uscire decisioni importanti. Come quella del cambio del capogruppo della Camera, per esempio, che, fanno notare a via Bellerio, non ha bisogno di passare per il consiglio perche' e' una decisione ( con l'arrivo di Stucchi al posto di Reguzzoni) gia' annunciata dal leader.
