ROMA – Domenico Scilipoti, ormai una gloria nazionale: il Responsabile più famoso di tutti ora è conteso anche dal Movimento sociale che fu di Giorgio Almirante. Il presidente dell’Msi, Gaetano Saya, lo vorrebbe come proprio segretario nazionale. Mossa ufficializzata da una lettera inviata ieri, 22 maggio, dal presidente a Scilipoti. La lettera deve aver rinfrancato l’animo dello Scilipoti nazionale, perché con linguaggio altisonante viene definito “uomo probo, onesto” che con ”il suo gesto ha riscattato decenni di servilismo parlamentare”.
”Leggiamo su vari organi di stampa – si legge nella lettera – che il manifesto fondativo del Movimento di Responsabilità Nazionale voluto da Scilipoti, un gentiluomo d’altri tempi, probo, onesto, fervente credente in Dio Padre Onnipotente, un uomo che con il suo gesto ha riscattato decenni di servilismo parlamentare, avrebbe origini dal Gentiliano programma fascista del 1925”. ”Noi – aggiunge Saya – non troviamo nulla di disdicevole in questo manifesto. Per la prima volta da decenni qualcuno ‘osa’ parlare di Nazione, di Patria, d’Italia…. Bene, approviamo integralmente siffatto proclama. Anzi lo facciamo nostro come partito storico e come italiani”. ”Ma facciamo di più – spiega ancora Saya nella lettera – essendo consci del lento, ma inesorabile scivolamento della nostra amata Patria verso l’abisso, ben consci della pochezza umana che alberga nei palazzi del potere romano, invitiamo ufficialmente l’onorevole Domenico Scilipoti a guidare la direzione nazionale del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale, assumendone il coordinamento nazionale, portando di nuovo tra i banchi del Parlamento il partito storico MSI-DN voluto da Almirante e da Gianfranco Fini, iniquamente tentato di sopprimere, non sapendo che stava firmando la sua morte politica”. ”Un tentativo – conclude Saya – comunque fallito grazie alle migliaia di Missini che ancora oggi sono pronti a scendere in campo sotto la ventata di liberta’ iniziata da Domenico Scilipoti il 14 dicembre 2010”.
Blandito dall’ampollosa prosa di Saya, il Nostro deve essere rimasto quasi stordito. Indeciso se prendere sul serio cotanta benevolenza pare abbia risposto un laconico: “Ci penso”.