“Arresti preventivi”: Gasparri “fascista”, “insensato”, “antidemocratico” strizza l’occhio all’elettorato pdl

Maurizio Gasparri

“Una serie di arresti preventivi” prima delle prossime manifestazioni “calde” (tipo quella prevista  mercoledì 22 contro la riforma Gelmini in votazione al Senato): Maurizio Gasparri, presidente dei senatori pdl, accende un’altra miccia che incendia un dibattito politico già surriscaldato dalla proposta del ministro dell’Interno Roberto Maroni di estendere ai manifestanti violenti il Daspo (il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, pensato per gli ultras).

Per il capogruppo del Pdl sarebbe necessario ricorrere a una serie di arresti preventivi proprio come accadde il 7 aprile del 1979 (Gasparri per errore ha parlato del ’78), quando il governo decise di effettuare una maxi retata contro una serie di persone vicini all’area di Autonomia Operaia, ritenuti possibili terroristi. “Serve una vasta e decisa azione preventiva. Si sa chi c’è dietro la violenza scoppiata a Roma. Tutti i centri sociali i cui nomi sono ben noti”, ha detto Gasparri. “Per non far vivere all’Italia nuove stagioni di terrore occorre agire con immediatezza”, ha aggiunto. “La sinistra, per coprire i violenti, ha mentito parlando di infiltrati. Bugie. Per non far vivere all’Italia nuove stagioni di terrore occorre agire con immediatezza”. Poi Gasparri ha insistito: “Voglio fare un appello: genitori, dite ai vostri figli di stare a casa. Quelle manifestazioni sono frequentate da potenziali assassini. Vanno evitate”.

L’uscita è di quelle fatte per prendersi la prima pagina dei giornali – cosa puntualmente avvenuta – e per vellicare la pancia dell’elettorato Pdl (il voto è in vista, e il navigato politico ex missino lo sa): dei negozianti che al passaggio dei cortei devono abbassare le saracinesche. E’ una di quelle questioni su cui l’Italia si divide in due. Il mondo della politica invece non sembra così diviso: Gasparri ha trovato pochissime sponde, neanche nella sua stessa parte.

Parole che suonano come un “annuncio di fascismo” alle orecchie di Nichi Vendola. “Con la consueta finezza argomentativa Gasparri propone una riesumazione dell’arresto preventivo che è annuncio di fascismo – ha detto il leader di Sel al programma In mezz’ora – soprattutto quando parliamo di movimenti sociali che vivono in situazione di antagonismo senza rete. Gasparri – aggiunge – all’età di questi ragazzini aveva una attitudine a una violenza teppistica che forse ha dimenticato. Questo Parlamento non è la cattedra giusta per fare critica alla violenza”.

Meno esplicito però non meno duro Massimo D’Alema che risponde a distanza. Ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” che gli domanda se prevede che, nei prossimi mesi, possa succedere qualcosa di serio. “Bisogna stare molto attenti”, dice il presidente del Copasir, “perché l’interesse alla violenza è un interesse dei gruppi violenti, ma potrebbe diventare anche un modo di chi è al potere di rafforzare il proprio potere. È un gioco che abbiamo già visto anche nel passato”. Sulla stessa linea Antonio Di Pietro: “Gli arresti preventivi sono le misure tipiche del Ventennio”.

Dura la replica del diretto interessato Gasparri: “Vendola è solito dire sciocchezze per protagonismo e difende i violenti per le sue contiguità e la sua storia politica. Sono sempre stato contro ogni violenza e proprio per questo dico che chi protesta pacificamente va ascoltato, chi lo fa con violenza va arrestato”.

La Russa difende ma allo stesso tempo bacchetta il suo compagno di partito. ”Penso che Gasparri voglia dire che se ci sono delle responsabilità penali, non bisogna avere tolleranza per nessuno. Non credo proprio che invochi leggi speciali, lo conosco bene a Gasparri. Anche io ho fatto i cortei…”.

Per Andrea Orlando, responsabile giustizia del Pd, “Gasparri è un irresponsabile che gioca con il fuoco. A fronte di un malessere sociale che necessiterebbe risposte politiche, la destra sa offrire assurde ricette poliziesche. La proposta di Gasparri, a parte il trascurabile fatto che è contraria alla nostra Costituzione, avrà come effetto quello di far diventare agli occhi di un’intera generazione degli eroi, vittime della repressione, gli esponenti delle frange violente”.

“E’ grave – commenta in una nota Walter Veltroni – che anche nel mondo politico ci sia chi, penso a Gasparri, sembra voler esasperare il clima. Io credo che compito di chi ha a cuore gli interessi della democrazia e la sicurezza dei cittadini sia esattamente inverso. Per questo propongono che il prefetto convochi i responsabili dell’ordine pubblici e gli studenti, per fare in modo che le manifestazioni legittimamente convocate si svolgano in un clima civile, isolando provocatori e violenti”. “Sarebbe bello e opportuno – propone Veltroni – che venissero convocati anche i rappresentanti dei sindacati di polizia, perché non può non esservi solidarietà tra i giovani che difendono l’università e rivendicano il loro futuro e quegli altri giovani che, con la divisa addosso e per poche centinaia di euro, difendono le istituzioni e la sicurezza dei cittadini”.

“Sono parole pericolose. Se Gasparri conosce nomi e cognomi le faccia. Sennò lasci lavorare e rispetti le autorità competenti senza avvelenare il clima con dichiarazioni provocatorie e parafasciste” dice Anna Finocchiaro.

Su Repubblica c’è anche la reazione di Roberto Saviano che dopo gli scontri scorsi aveva avviato un serrato dibattito con gli studenti sul quotidiano e su sito. “Le ricette del Governo contro i manifestanti sono follie autoritarie” dice lo scrittore. “Vogliono risolvere la questione – prosegue – come un problema di forza da affrontare senza dare risposte, ma solo repressione. La piazza non è uno stadio, nè i cittadini sono ultras scalmanati da reprimere”. “Il governo deve ascoltare le ragioni dei precari e degli studenti e a quelle ragioni dare risposta”. “La violenza, che oscura e danneggia gli obiettivi di questo movimento va disarmata e non alimentata come succederebbe invece proponendo arresti preventivi e anticostituzionali e zone rosse rese più rigide a mò di provocazione”. Saviano chiude il suo appello difendendo gli sforzi della polizia su cui la politica tenta di scaricare la responsabilità della gestione del problema.

E il partito di Fini come si pone sulla questione? Adolfo Urso, coordinatore di Futuro e Libertà, spiega: ”Crediamo necessario che le autorità competenti smentiscano quanto invocato stamane dal senatore Gasparri e che il Pdl prenda ufficialmente le distanze dal suo capogruppo al Senato”.  Per Urso, ”è sbagliato soffiare sul fuoco e alimentare divisioni e contrapposizioni, anzi occorre agire insieme con responsabilità per evitare che la protesti degeneri in violenza, isolare i teppisti e punire in modo esemplare chi commette reati”.

“Perchè Maurizio Gasparri fomenta con dichiarazioni irresponsabili gli animi già tesi? A quale fine? E’ doveroso tutelare le espressioni della democrazia”. Lo affermano Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21, e Vincenzo Vita, senatore Pd, che chiedono la trasmissione in diretta in televisione e per radio della manifestazione degli studenti del 22 dicembre. ”La mobilitazione contro il ddl Gelmini sull’università – aggiungono in una nota – non può e non deve essere confinata a una questione di ordine pubblico. E sono persino inquietanti gli attacchi ad associazioni come la rete ’29 aprile’ dei ricercatori, letti su qualche quotidiano”. Secondo Giulietti e Vita, la ”giusta e legittima” critica ad un ”brutto progetto governativo” non deve essere ”l’alibi per un regolamento dei conti contro il mondo dei saperi, non omologati al pensiero unico televisivo”. I due ribadiscono il loro ”no a qualsiasi forma di violenza”, ma auspicano che ”non si aizzi il già incandescente serbatoio sociale”.

Anche la magistratura contro Gasparri e la sua proposta “senza senso”. ”Il 14 dicembre è un altro mondo rispetto a epoche che tutti ci auguriamo non torneranno e che nulla lascia presagire siano in procinto di ripresentarsi”. Lo afferma a Repubblica, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti spiegando che ”il clima sociale è difficile” ma non si deve ”soffiare sul fuoco”. Per questo, respinge anche la proposta di applicare il Daspo agli studenti manifestanti. ”Mi sembra di difficile praticabilità”, osserva. ”Non possiamo avallare il luogo comune che i poliziotti arrestano e le toghe scarcerano”, evidenzia inoltre Vietti che definisce ”inaccettabile il tentativo di dialettizzare tra servitori dello Stato impegnati nello stesso fronte, pur in diversi ruoli”. Da parte loro, sottolinea il vicepresidente del Csm, ”i magistrati sanno usare la discrezionalita’ che la legge offre loro, senza bisogno di lezioni da nessuno, tantomeno in nome di analogie storiche assai poco calzanti”. Sull’iniziativa del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, di inviare gli ispettori, Vietti replica: ”Non voglio credere che dietro vi siano interferenze con l’attivita’ giurisdizionale o invasioni di capo”.

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Alessandro Avico