Scontro Fini-Giornale. La Tulliani: “I beni? Vinti all’Enalotto”

Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani

Gli avvocati di Elisabetta Tulliani, compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini, smentiscono le affermazioni contenute nell’articolo odierno del ‘Giornale’ nel quale si fa riferimento proprio alla moglie di Gianfranco Fini e ai suoi rapporti con l’imprenditore Luciano Gaucci.

I legali chiedono al quotidiano di via Segre di pubblicare una rettifica su alcuni punti dell’articolo odierno. In particolare, i legali precisano che “non risponde a verità l’affermazione secondo la quale la Sig.ra Tulliani sarebbe stata denunciata dall’imprenditore Luciano Gaucci per appropriazione indebita”.

“Altrettanto falsa e diffamatoria è l’affermazione – proseguono i legali – secondo la quale Gaucci, poco prima di fallire e di partire per Santo Domingo, avrebbe intestato una ingente quantità di beni immobili e mobili (case, appartamenti, quadri di valore e auto di lusso) alla signora Tulliani e ai suoi familiari”.

“In particolare – affermano i legali della Tulliani – l’acquisto dei suddetti beni è avvenuto con i ricavi di una vincita all’Enalotto e con gli ulteriori risparmi dei genitori della Signora Tulliani. Di tale circostanza la nostra assistita ha fornito ampia prova documentale, dimostrando, in particolare, che la vincita all’Enalotto era di sua esclusiva pertinenza e che, addirittura, dopo l’incasso della somma, una parte cospicua di essa, esattamente Lire 1.100.000.000 (unmiliardoecentomilioni), è stata messa a disposizione del Sig. Gaucci con l’espresso incarico di provvedere a gestirla in proficui investimenti nell’interesse della medesima. Tale somma non è mai stata restituita dal Sig. Gaucci, con la conseguenza che la Signora Tulliani si è trovata costretta a svolgere apposita domanda di restituzione nel giudizio civile in corso”.

I legali giudicano tra l’altro “gravissimo” che il ‘Giornale’, “in maniera superficiale ed impropria, veicoli notizie fornite da terzi senza premurarsi di accertare la loro veridicità e fondatezza e senza interpellare i diretti interessati”.

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