Nuovo scontro Pdl-finiani. Cicchitto: “Fli dica cosa farà sui cinque punti”, Bocchino “Non accettiamo ultimatum”

Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi

Resta alta la tensione tra Pdl e finiani. Ieri i fedeli del presidente della Camera avevano imbracciato le armi dopo che i vertici del Pdl hanno deciso di convocare i finiani per “farli fuori”, ovvero per mandare a casa quelli che, pur avendo cambiato di fatto partito, mantengono ancora a livello locale incarichi nel Pdl. Toni accesi che vengono subito stemperati oggi da Fabrizio Cicchitto prima e da Denis Verdini poi. Entrambi hanno detto che, più che la questione dell’incompatibilità, è prioritaria la governabiltà e e si sono detti disponibili a rimandare la questione a patto di ottenere l’appoggio dei finiani sui 5 punti programmatici.

Una condizione che non è piaciuta agli esponenti di “Futuro e Libertà”. Come dimostrano le parole di Italo Bocchino. ‘Noi non accettiamo aut aut, il nostro voto sulla mozione è annunciato e scontato e nessun aut aut può impedirci di condividerla nel merito al 95% e di poter esprimere i nostri ‘sè e i nostri ‘ma’ sul restante 5%”.

L’intervento di Cicchitto. Un partito con due gruppi parlamentari non è “mai esistito”. E la questione va risolta. La priorità però è quella della governabilità. E Futuro e Libertà dovrà dire con chiarezza come intende comportarsi sui cinque punti programmatici proposti da Berlusconi. Questo l’avvertimento di Fabrizio Cicchitto. “Nella storia politica del Paese”, avverte Cicchitto, “non è mai esistito un partito con due gruppi parlamentari. Se si vuole che, in attesa di un chiarimento globale, venga per tutta una fase in un certo senso sospeso lo statuto, la risposta non può non essere affidata alla politica”. Una posizione apparentemente più accomodante. A patto di risolvere ogni ambiguità sul sostegno al governo.

“Di qui al mese di settembre”, ammonisce Cicchitto, “i finiani ci devono dire se sui 5 punti proposti da Berlusconi, fra i quali c’è anche la riforma della giustizia, c’è il loro impegno positivo ai vari livelli politico-parlamentari su cui si svolgerà il confronto (mozione complessiva, singoli disegni di legge, conseguenti voti di fiducia), oppure se essi si attesteranno su formule negative o ambigue volte rispettivamente alla caduta o al logoramento del governo Berlusconi”.

Anche Ignazio La Russa è tornato sul problema dei dirigenti del Pdl che hanno aderito a “Futuro e Libertà”. Priorità alla governabilità anche per il ministro della Difesa ma il nodo non è comunque più rinviabile. “Cicchitto ha perfettamente ragione”, premette il coordinatore del partito, sottolineando che la permanenza degli aderenti a Fli nel Pdl sarà affrontata “con calma”. Detto ciò, aggiunge il ministro della Difesa, “il problema dei finiani che hanno incarichi da dirigenti nel Pdl non è procrastinabile, e su questo Cicchitto è d’accordo con me, visto che ne abbiamo parlato e anche lui la pensa così”.

Sulla questione interviene anche Denis Verdini. “Nessuno nasconde il fatto che il problema legato alle eventuali incompatibilità di chi ha lasciato il gruppo del Pdl”, dice il coordinatore del Pdl, “vada prima o poi affrontato per uscire da alcune contraddizioni fin troppo evidenti, cosa peraltro che era stata già decisa alcune settimane fa e rinviata a settembre”. “Anche se ora come ora”-dice Verdini – “devono prevalere senso di responsabilità e interesse per il Paese”. “Tutto ciò si ottiene – spiega il coordinatore del Pdl – realizzando prima di tutto il programma di governo, quindi anche attraverso il voto favorevole e incondizionato alla mozione che presenteranno i capigruppo di Camera e Senato”.

La risposta di Italo Bocchino non si fa attendere. “Il nostro rapporto con il Pdl – aggiunge Bocchino – , dipende esclusivamente dalla validità o meno del documento che ha sancito in maniera illiberale l’incompatibilità politica di Fini con il partito che ha cofondato. Finchè vige quel documento – conclude – , c’è una incompatibilità irrazionale e unilaterale voluta dai vertici del Pdl. Se invece si tornasse alla logica della compatibilità potremmo essere tutti compatibili anche se c’è oggettivamente poco da sperare”.

Calderoli: incomprensibile cannibalismo nella maggioranza. ”Trovo incomprensibile e stucchevole vedere questo autocannibalismo nella maggioranza”. Parlando al Meeting di Rimini il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha invitato gli esponenti del centrodestra e i giornali che fanno riferimento a quell’area politica a mettere fine agli attacchi reciproci. Ospite al Meeting di Cl a Rimini, Calderoli e’ stato invitato a partecipare ad un’insolita iniziativa che aveva per oggetto l’approfondimento artistico e giuridico del ciclo degli affreschi del Buongoverno di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena.

”In questi affreschi c’era la politica con la P maiuscola – ha detto – in questo ultimo mese non solo abbiamo visto la P minuscola, ma e’ scomparsa proprio la P. Non credevo si potesse arrivare ad un punto cosi’ basso. Dagli scontri maggioranza opposizione sembra che tutto si faccia fuorche’ pensare al bene comune, ma e’ incomprensibile e stucchevole anche l’autocannibalismo nella maggioranza, con berlusconiani contro finiani, escort e appartamenti. Facciamo tutti un passo indietro e un salto un po’ piu’ alto: chi ha dato ha dato, uno a uno e palla al centro, la rete dobbiamo farla contro la crisi e contro chi vuole governi tecnici non eletti dai cittadini”.

Calderoli se l’e’ presa, pur senza nominarli, anche con i giornali che fanno riferimento al centrodestra, lasciando intendere un certo disappunto per il trattamento riservato a Gianfranco Fini. ”Se c’e’ una notizia bisogna scriverla – ha detto Calderoli – ma certe cose sono diventate delle telenovele, dare le notizie va bene, ma se per 45 giorni ci fai la prima pagina hai rotto: se poi coinvolgi anche i figli e le famiglie non sei piu’ degno di definire informazione quella che fai”.

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luiss_vcontursi