
A scuola di domenica, l'ultima della De Micheli. E poi: "Sui mezzi no contagio". L'avesse detto Toninelli... (Foto d'archivio Ansa)
A scuola di domenica, l’ultima della De Micheli. E poi: “Sui mezzi no contagio”. L’avesse detto Toninelli…
Volete mandare i vostri figli a scuola? Allora che si vada a scuola sabato e domenica: la proposta la fa il ministro De Micheli. Il ministro dei Trasporti, che vuole scagionare i trasporti dall’essere portatori di contagio. Sillogismo della De Micheli: i trasporti non sono pericolosi per il contagio.
I trasporti sono pericolosi quando le scuole sono aperte. Quindi meglio lasciare le scuole chiuse. O aprirle sabato e domenica. Così i trasporti tornano sicuri. Perché l’autobus, come è noto, lo prendono solo alunni, professori e bidelli. Ma il punto è un altro. La De Micheli sostiene che i mezzi pubblici, al netto delle scuole, siano sicuri. Nessuno le ha portato “uno studio che dimostri la pericolosità dei trasporti”.
Cioè, secondo il ministro ci vuole uno studio per capire che in un posto in cui è impossibile far rispettare le distanze, in cui tutti toccano oggetti toccati da altri, il contagio sia quanto meno più probabile di tanti altri luoghi. Le immagini della metro di Milano strapiena a marzo nonostante il lockdown (e la curva che non scendeva a Milano) le ricordano qualcosa?
Se una cosa del genere l’avesse detta il fu ministro Toninelli (che pure di scivoloni ne ha presi tanti), sai le risate degli opinionisti su giornali e tv?
A scuola di domenica: la proposta della De Micheli
“Le scuole vanno riaperte quando ci sono le condizioni per riaprirle. Vediamo a che punto stanno, il 9 dicembre, i contagi”. E’ quanto afferma in un’intervista a la Repubblica Paola De Micheli. Quanto alla pericolosità dei trasporti per la trasmissione del virus: “Nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva. Ho sentito troppi scienziati parlare a braccio, in questo periodo. Poiché la politica, però, non si muove solo per scienza esatta, ma anche per rassicurare i cittadini”.
Ma il ministro insiste e precisa che il trasporto a prova di contagio si ottiene “con lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola”. E ribadisce: “Siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato. “Siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati”.
I presidi bocciano la domenica a scuola
Intanto i presidi, oltre a bocciare la scuola di domenica (ma questa potrebbe essere una scelta corporativa conservativa) ricordano alla De Micheli che il sabato si va già a scuola. Così il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: “Sulla possibilità di scaglionare, con gli ovvi limiti di ragionevolezza, gli orari di ingresso a scuola ci siamo già espressi più volte favorevolmente. Il discorso, in linea di massima, va circoscritto agli istituti superiori delle quattordici città metropolitane per i quali possiamo pensare di posticipare l’ingresso alle ore 9.15.
La condizione è che i mezzi di trasporto vengano conseguentemente riorganizzati per permettere agli studenti di arrivare a scuola e poi di rientrare a casa. Non dobbiamo dimenticare che moltissimi studenti affrontano spostamenti che durano oltre un’ora. Anche per questo ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione”. (Font: Ansa e Agi)
