ROMA – Il dibattito sulle dichiarazioni del premier si e' svolto su toni pacati e senza particolari tensioni fino a quando non ha preso la parola il capogruppo della Lega Federico Bricolo che ha suonato ''la carica'' portando nell'ovattata Aula del Senato un po' del vento del pratone di Pontida quando ha parlato del ruolo e degli impegni presi dal Carroccio.
Piu' di una volta il capogruppo del Carroccio e' stato subissato dai fischi e dai 'buu' partiti dai banchi dell'opposizione, tanto che il presidente del Senato Renato Schifani si e' sentito in dovere di stigmatizzare quelli che ha definito ''cori da stadio''. La prima contestazione quando Bricolo parla delle nuove norme in materia di immigrazione clandestina, varate ''alla faccia di Vendola e della sinistra'', ''norme che Massimo D'Alema ha commentato con indignazione'' ricorda Bricolo che poi tra le risate dei suoi aggiunge: ''D'Alema si indigni pure e chi se ne frega, noi andiamo avanti''. Parte anche una selva di fischi all'indirizzo dell'esponente della Lega e in difesa del presidente del Copasir mentre Silvio Berlusconi assiste al match con aria divertita.
Ancora fischi e risate dall'opposizione quando il capogruppo leghista, nelle conclusioni, parla della riunione di Pontida. ''Noi uomini della Lega – scandisce – saremo tutti sull'attenti e agli ordini del nostro segretario federale Umberto Bossi. Quello che ci dira' di fare lo faremo. E questo lo dico per rispondere a chi scrive sui giornali che la Lega e divisa'''. Dai banchi dell'opposizione si e' sentito anche qualche ironico ''bravo''.
