Senegal: viaggio nella città fatta di spazzatura

Esistono in Africa dei mondi alla rovescia, dove i rifiuti sono materiali preziosi, dove interi quartieri si edificano e consolidano sulla spazzatura. Una povertà senza scampo e senza sfumature modella il volto triste e polveroso di Médina Gounass, città girone infernale del Senegal. Qui, vivono più di 80000 abitanti in balia a un modo di esistenza indegno e che non sembra avere alternative.

Pochi giorni fa un bambino è morto in delle paludi vicine. E’ morto per errore, annegato. L’acqua stagnante era integralmente ricoperta di detriti, buste di plastica, vecchi vestiti, ciarpame. Sembrava un posto come un altro per giocare, un posto uguale a tutti gli altri in questo lembo di terra. Ma quando Aba Dione, 7 anni, ha mosso i passi verso il campo da gioco, ha trovato acqua invece che terra ferma, morendo annegato.

A Médina Gounass tutto è coperto di rifiuti. Questa bidonville, non lontana da Dakar, ha la spazzatura come mezzo di sopravvivenza. Nelle strade, durante i giorni assolati e polverosi, carretti traballanti scorrazzano trascinando il loro carico di pattume. Lo vendono a pochi soldi al chilo. Gli abitanti lo adoperano come materiali di ricostruzione.

La gente qui deve affrontare i mesi intensi della stagione delle piogge. La spazzatura, compressa, imballata e in seguito coperta da uno strato di sabbia, serve ad innalzare il livello delle case, che altrimenti, durante le piogge, sarebbero regolarmente inondate. Anche nelle strade si cerca di adoperare il medesimo procedimento. L’acqua, in questo paese pianeggiante e soffocato dall’arsura può mettere mesi prima di sparire e allora questo sembra, nella mancanza assoluta di altri mezzi, l’unico rimedio possibile.

E tuttavia un rischio sostituisce un altro rischio. Vivere nella spazzatura, mangiare, lavarsi e giocare nella spazzatura, ha delle « tragiche conseguenze », ribadisce Abdoul Karim Fall, dell’organizzazione non governativa « Enda – Tiers Monde ». «Tutte le malattie derivano da questo – continua – La gente live per anni accanto all’acqua stagnante e alla spazzatura ».

La pratica di puntellare la città con la spazzatura va avanti da decenni. Il quartiere è nato negli anni sessanta con l’arrivo di popolazioni rurali della periferia della città. Anno dopo anno, strato di spazzatura dopo strato, il livello delle case si è alzato, a volte di diversi metri.

Ma non tutto è stato coperto, come lo stagno in cui è morto Aba. Quando il sindaco di Médina esamina quella palude coperta di rifiuti gli viene naturale esclamare: « Vede, qui non è riempito. Se qualcuno cade qui dentro è spacciato »

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fmontorsi