Sicilia, Crocetta ritorna nella “sua” Gela, è festa in piazza

Rosario Crocetta (Ansa)

GELA (CALTANISSETTA) – Se n’è andato da sindaco è tornato da Governatore. Per il neo presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta la prima uscita nella nuova veste è nella “sua” Gela. Ad accogliere il governatore una  folla che occupa l’intera piazza Umberto, fino al sagrato della chiesa madre e un quarto d’ora di fuochi d’artificio.

Con lui, sul palco, il senatore Giuseppe Lumia e gli uomini del Pd, dell’Udc e del Psi che lo hanno sostenuto. ”Cosa dire a miei concittadini dopo un successo cosi’ esaltante? Un grande vi voglio bene”, ha esordito così Crocetta, nel suo comizio di ringraziamento che non ha avuto solo parole di circostanza ma espressioni di impegno ben precise. Ha ricordato di essere il primo nisseno, dopo Giuseppe Alessi (primo presidente della Regione) a ricoprire questo incarico di governo e che ”è dai tempi di Salvatore Aldisio che Gela non ha un uomo di governo che conti veramente”.

Poi ha denunciato che ”Gela è stata per troppo tempo maltrattata dalla Regione, non ha avuto quello che doveva avere. E ci si arrabbia – ha proseguito il governatore – per il territorio che non si bonifica. L’Eni non può dire me ne vado e non risano niente, cara Eni te la vedrai con me, da oggi”. Ma Crocetta si è detto mortificato anche per i fischi che la città  ha riservato a quanti venivano a parlare in piazza. Poi ha ammonito coloro che hanno speculato utilizzando fotocopie al veleno su false frequentazioni di Crocetta con malavitosi.

”Querelerò i giornali che si sono prestati a questa campagna diffamatoria e daremo ai bambini bisognosi i soldi del risarcimento danni milionario”. ”Vivo sotto scorta, non mi affaccio al balcone da 10 anni perche’ la mafia mi ha condannato a morte. E quando mia madre lo senti’ in tv e mi chiamo’, da quel momento non parlo’ piu’ e non mangio’ piu’ fino a spegnersi”. ”Non ho una maggioranza a Palermo – ha concluso Crocetta – ma le maggioranze si trovano, come le ho trovato quando ero sindaco di minoranza al Comune”.

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Emiliano Condò