Sicilia, buco: 5 mld. Dipendenti: 20 mila. Lombardo: 16 mila €. Ma quante nomine

Raffaele Lombardo (foto Lapresse)

PALERMO – Buco della Regione Sicilia nel 2011: 5,3 miliardi. Costi della Regione Sicilia nel 2011: 19,5 miliardi. Dipendenti della Regione Sicilia: 18 mila. Dipendenti se si contano le società controllate, le sedi distaccate e i contratti a tempo: 28.796. Dipendenti che lavorano per il presidente Raffaele Lombardo: 1.385. Stipendio di Lombardo: oltre 15 mila euro (netti) al mese. Stipendio dei consiglieri regionali: quasi 20 mila euro (lordi) al mese. Ma nella Regione Sicilia, già in odore di default, si continuava ad assumere.

La Stampa ha pubblicato i numeri, impietosi, del “rosso” della Sicilia. E ha fatto dei paragoni impietosi con altre Regioni considerate invece “virtuose”. In Sicilia i dipendenti sono 17.995, in Piemonte 3200. In Sicilia ci sono 3.200 addetti al 118 (in Piemonte la metà). Ma alle casse siciliane questi dipendenti costano 110 milioni di euro l’anno. E, come se non bastasse, su 34 società partecipate che fanno capo alla Regione, 20 hanno i conti in rosso.

Un articolo di Giuseppe Pipitone, pubblicato sul Fatto Quotidiano, riassume invece tutti gli incarichi assegnati dall’ente amministrato da Raffaele Lombardo negli ultimi mesi.

Il caso che è finito su tutti i giornali è stato quello di Eugenio Trafficante: Pipitone ricorda che è stato nominato presidente del collegio dei sindaci della Sicilia E-Servizi (cioè la società informatica che fa capo alla Regione). Ma Trafficante nel frattempo era detenuto con l’accusa di stalking.

Tony Rizzotto, ex deputato del Movimento per le Autonomie, è stato nominato al vertice di Lavoro Sicilia. Rizzotto, ricorda Pipitone, è stato l’animatore del movimento Chiama la Città, lista civica che sosteneva Alessandro Aricò, il candidato sindaco di Palermo appoggiato da Lombardo. Neanche Rizzotto, però, aveva potuto accettare l’incarico perché era incompatibile con il suo lavoro di dirigente comunale. Al suo posto, spiega Lombardo, era stata quindi chiamata la sua compagna, Salvina Profita, candidata con la stessa lista civica di Rizzotto.

Altra storia raccontata da Pipitone è quella di Amleto Trigilo: pochi giorni dopo che Lombardo aveva annunciato le dimissioni, Trigilo fu indicato come nuovo assessore ai Beni culturali. Interessante, dice Pipitone, è il “conflitto di attribuzione” al centro del quale si è trovatoTrigilio: E’ stato segnalato come uomo di Confindustria, ma il vicepresidente degli industriali Ivan Lo Bello ne ha preso immediatamente le distanze: “Sono pronto a querelare chi fa passare il messaggio di un coinvolgimento di Confindustria in queste manovre: Trigilio è un oscuro imprenditore associato a Confindustria, uno dei diecimila associati. Per quel che ne sappia, è uomo vicino al deputato Mario Bonomo, con il quale non abbiamo rapporti”. L’onorevole Bonomo è esponente del Movimento popolare Siciliano, il partito nato da una costola del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo.

Altre nomine del governo Lombardo: Patrizia Monterosso è diventata segretario generale della Regione. Era il capo di gabinetto del governatore.

Pipitone ricorda anche le nomine nel settore sanitario: Carmelo Pullarà, ex candidato sindaco di Licata con il Mpa, è stato promosso da commissario a dirigente dell’Arnas Civico di Palermo. Nelle Asp di Catania, Agrigento e Messina, scrive Pipitone, Lombardo ha indicato nell’ordine Gaetano Sirna, Salvatore Messina e Manlio Magistri.

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Alberto Francavilla