ROMA – ”Tutte le ordinanze sono ancora attive ma il Governo dovrebbe introdurre altri reati”. Gianni Alemanno, sindaco di Roma, non recede. Non accetta di cancellare con un colpo di spugna i provvedimenti varati ”per garantire” ai cittadini sicurezza e alla città decoro. Neanche se a richiederlo è la Corte costituzionale, con la sentenza che ha dichiarato illegittimi i poteri attribuiti ai sindaci dal ‘pacchetto sicurezza’ del ministro Maroni.
”Stiamo studiando misure tampone per tenere in piedi le ordinanze”, annuncia Alemanno. E chiede al governo e al Parlamento di intervenire al più presto, con l’introduzione di nuovi reati. ”Non possiamo tornare indietro, perchè le ordinanze sono uno strumento insufficiente, ma indispensabile”, dice il primo cittadino della capitale. La sua giunta dall’inizio del mandato è intervenuta più volte con ordinanza per porre un argine ai problemi della città più grande d’Italia.
L’ultima in ordine di tempo è quella antialcol, nelle zone della movida. Prima c’erano state le misure antiprostituzione, antilavavetri, antivolantinaggio, antiwriters e anticartaccia (per il decoro). Ma se la pronuncia di ieri della Consulta sembrava destinata ad archiviarle tutte, Alemanno al contrario oggi assicura che ”fino all’inizio della settimana prossima restano tutte attive cosi’ come prima. Poi saranno ridefinite sulla base della sentenza della Corte”.
Il Campidoglio studierà con l’Avvocatura dello Stato modifiche alle ordinanze, così da farle ”rientrare” tra quelle ”permesse”. Solo di ”interventi tampone”, però, si tratta. Perciò Alemanno invoca a gran voce l’impegno ”urgente” del governo e del Parlamento. Perchè si dice convinto che per agire efficacemente sul fronte del decoro e della sicurezza cittadina, serva ”l’introduzione di nuovi reati”.
Il campo d’azione dovrebbe essere vasto: dalla prostituzione in strada, alle misure contro il degrado e per il decoro (”ad esempio credo che non sia possibile accamparsi ovunque”). Ma le nuove leggi permetterebbero ai sindaci ”un intervento sociale più efficace, perchè coperto da un quadro normativo più chiaro”. Al momento, ad ogni modo, i tentativi sono tutti volti ad arginare le conseguenze della sentenza della Corte Costituzionale sui provvedimenti in vigore.
”Aspettiamo di leggere la motivazione”, ma ”temo che l’effetto non sarà positivo”, dice il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. E allora Alemanno auspica ”una strategia comune” dell’Anci per affrontare la questione. Valutando bene prima i margini di manovra, perche’ il ricorso che ha portato alla sentenza della Consulta faceva riferimento a misure ”molto estreme” decise ”da un piccolo Comune”. Mentre per il resto si spera di poter agire ”ordinanza per ordinanza”, perchè resti in vigore tutto ciò che è possibile.