Siena, 6 consiglieri “ribelli” del Pd denunciano il sindaco ai garanti

SIENA, 05 GIU – ”Adottare sanzioni adeguate ed esemplari in tutta la più ampia misura consentita dallo Statuto per condannare i comportamenti adottati da alcuni esponenti del Pd, in particolare il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, e il segretario dell’Unione comunale Pd Siena, Giulio Carli”.

E’ quanto chiedono in un esposto alla commissione di garanzia del Partito democratico sei dei sette consiglieri ‘ribelli’ del Pd senese che hanno votato contro il bilancio lo scorso 20 maggio e costretto alle dimissioni del sindaco.

A Ceccuzzi e Carli i 6 consiglieri comunali, che si riservano anche la possibilità ”di agire in ogni altra sede competente” a tutela dei loro interessi e diritti, Contestano ”comportamenti lesivi dei principi tutelati dallo Statuto e dal Codice Etico del partito”.

L’esposto è stato presentato hanno presentato alla commissione di garanzia del Pd a tutti i livelli, dal comunale a quella nazionale presieduta da Luigi Berlinguer. ”I comportamenti denunciati mostrano che non si è voluta seguire la strada degli approfondimenti tecnici e amministrativi – spiega la nota – che si rendevano viceversa necessari sulla proposta di bilancio consuntivo 2011, non si è voluto coltivare il dialogo”.

Secondo i 6 ribelli, tutti di area ex Margherita, ”si è voluto invece giungere in modo miope alla prova di forza, sottovalutando il dissenso; non usare delle possibilità di rimettere in votazione la proposta di bilancio entro il 30 giugno 2012; dimettersi e mettere in crisi il Comune; additare al pubblico ludibrio le persone, con accuse ed un linguaggio la cui gravità e violenza è pari solo alla sua reiterazione e diffusione mediatica, con allusioni pesanti, insistite e del tutto fuori tema”.

Il sindaco: “Temono che mi ricandidi”. ”E’ evidente il tentativo di mettermi alla gogna perche’ c’e’ la paura che io mi ricandidi”. Cosi’ il sindaco di Siena Franco Ceccuzzi replica all’esposto contro di lui alla commissione di garanzia del Partito democratico, annunciato da sei dei 7 consiglieri ribelli del Pd che il 20 maggio scorso votarono contro il bilancio consuntivo, costringendolo alle dimissioni.  Per Ceccuzzi, pero’, ”questo consesso e’ lontanissimo dalla citta”’.

Secondo il sindaco la vera novita’ di oggi, mentre e’ in corso un Consiglio comunale sulla ‘manovra di aggiustamento”, che molto probabilmente verra’ bocciata aprendo definitivamente le porte del Comune al commissario prefettizio (dovrebbe insediarsi lunedi’ 11 giugno), ”e’ che abbiamo appreso dell’esistenza di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco”, colpevole ”di aver avviato un rinnovamento a tutti i livelli – ha detto – a partire da quello bancario in cui stiamo vivendo una crisi profonda. Io ho avviato una autocritica e credo che tutti dovrebbero ammettere le proprie responsabilita’. Io mi sono dimesso ma altri che hanno avuto responsabilita’ gravissime sono al loro posto”. Di una mozione di sfiducia si vociferava nelle settimane scorse: stamani e’ stata confermata da un consigliere di una lista civica Renzo De Risi (”ma quando l’ho firmata io c’erano solo 4 firme”).

”Per la presentazione di una mozione di sfiducia – ha detto il sindaco parlando con i giornalisti – servono 17 firme su 32 consiglieri, e questo non e’ possibile senza il sostegno di sette consiglieri del Pd”.

”E’ in atto un tentativo di mistificare la realta’ – ha concluso Ceccuzzi – e di ribaltare la responsabilita’ vere sul sindaco che si e’ dimesso perche’ non ha piu’ una maggioranza e aveva la responsabilita’ istituzionale di dimettersi perche’ insistere sarebbe stato dannoso”.

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Emiliano Condò