Silvio Berlusconi non vuole subire passivamente l’attacco della moglie. Reagisce, spiega chiarisce. E non lo fa con un comunicato o un giornale o telegiornale di famiglia, ma facendosi intervistare nientemeno che dal direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, in persona.
Però. Il nodo non è nelle qualità delle singole persone, è un atteggiamento classista e razzista molto poco di sinistra. Per non dimenticare che una delle icone femminili della sinistra italiana recente si conquistò sul campo della politica tutti gli onori e il rispetto di tutte le parti, ma quando esordì, decenni fa, non aveva altra qualificazione se non di essere molto bella e di essere diventata la compagna del compagno numero uno. E non dimentichiamo che l’Italia ha avuto come presidente della Camera Irene Pivetti, più nota negli anni recenti per il suo talk show sul sesso.
Però il nodo è nei criteri di scelta. Stando alle sue parole, una risponde a una logica di partito. Per il resto, i criteri sembrano molto poco politici e molto italiani. Ma lo stesso discorso vale per le ministre, dove prevale, sulla logica del partito, quella dell’intuizione del capo azienda: rischia del suo, punta su un o una giovane, il più delle volte ha successo. In politica gli azionisti siamo tutti noi, e allora…