Scarichi non autorizzati e danneggiamento di bellezze naturali, indagato il sindaco di Capri

Capri

Il sindaco di Capri (Napoli), Ciro Lembo e l’amministratore unico della Gori sono stati iscritti nel registro degli indagati. A firmare il provvedimento il pm Federico Bisceglia, titolare dell’inchiesta che gli è stata affidata dal procuratore Aggiunto Aldo De Chiara che coordina il pool di magistrati che si occupa di una serie di inchieste che riguardano i territori dei Comuni di Capri ed Anacapri.

Le accuse mosse dalla Procura, che riguardano i due indagati, sono quelle di scarico senza autorizzazione, getto pericoloso di cose, danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali. Le accuse sono scaturite a seguito del sequestro del depuratore di Occhio Marino, al centro dell’indagine del magistrato, per il quale è stata comunque disposta la facoltà d’uso.

Sotto accusa è la delibera dello scorso settembre, reiterata poi a maggio, con la quale lo stesso primo cittadino autorizza la società Gori a trattare solo il 20 per cento delle acque nere prodotte nell’isola e a sversare in mare, senza alcun trattamento, il rimanente 80 per cento. L’impianto, infatti, è obsoleto e non riesce a ripulire tutti i liquami: di qui la decisione del sindaco, avallata da una conferenza dei servizi che si svolse in Prefettura, di sversare in mare la stragrande maggioranza delle acque nere.

Le indagini sono scattate dopo una denuncia dello stilista Rocco Barocco, che aveva notato una strana schiuma nel tratto di mare davanti alla sua villa. I carabinieri del Noe hanno compiuto diversi accertamenti, tra cui l’acquisizione di alcuni documenti negli uffici della Provincia. Proprio la Provincia, infatti, che ha delle competenze in materia ambientale, aveva revocato a Gori l’autorizzazione a sversare in mare le acque; tuttavia, secondo la ricostruzione degli investigatori, il sindaco di Capri aveva reiterato l’ordinanza ”per motivi di igiene e sanità pubblica”.

Il paradosso è che esattamente un anno fa, e un mese prima che fosse emessa l’ordinanza, aveva suscitato un clamore mondiale lo scarico in mare, vicino alla Grotta Azzurra, di liquami fognari da parte di due dipendenti di una ditta di espurgo pozzi neri, Salvatore Criscuolo e Salvatore Guerriero.

Al processo contro gli operai, che si è concluso con due condanne, il Comune di Capri si è costituito parte civile assieme a quello di Anacapri, ottenendo una provvisionale di 100.000 euro. Il sequestro del depuratore, disposto d’urgenza dal pm, dovrà essere ora convalidato dal gip. L’impianto è tuttavia funzionante: continua a trattare il 20 per cento delle acque nere, mentre il rimanente 80 per cento viene portato sulla terraferma e trattato a spese di Gori.

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Alberto Francavilla