ROMA – Dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, sono arrivate delle ”aperture, ma resta la serrata delle farmacie, annunciata per il 26 luglio”. Lo ha dichiarato la presidente di Federfarma, Annarosa Racca, al termine dell’incontro di questa sera con il ministro, dopo le proteste dei farmacisti contro le misure e i tagli previsti dal decreto di spending review.
Il ministro, ha spiegato Racca, ”ci ha dato delle aperture, che verificheremo”. Disponibilità, ha proseguito, anche verso l’apertura di un tavolo per un nuovo sistema di remunerazione per le farmacie. Già ”la prossima settimana – ha annunciato la presidente di Federfarma – dovremmo essere riconvocati dal ministro e cominceremo a lavorare per il tavolo”.
Per Racca, i nuovi tagli previsti dal decreto spending review ”stanno facendo saltare” il sistema delle farmacie italiane, mettono a rischio la stessa distribuzione dei farmaci ai cittadini e “cancelleranno” circa 20 mila posti di lavoro.
”Se la situazione non cambierà – ha annunciato – ci saranno altre giornate di protesta da parte delle farmacie, fino alla disdetta della convenzione con il Sistema sanitario nazionale. La conseguenza è che la gente potrà rimanere senza i farmaci necessari”.
La speranza di Federfarma ora è che il decreto possa essere ‘corretto’ al Senato, dove è attualmente all’esame della commissione Bilancio. Una rassicurazione in tal senso è giunta dal senatore Cesare Cursi che, incontrando i manifestanti ha affermato: ”Al Senato presenteremo emendamenti al decreto che tengano conto delle legittime richieste dei farmacisti, così come delle aziende farmaceutiche”.
Il decreto va dunque cambiato perché così, è l’allarme lanciato da Racca, ”non si va avanti”. ”L’aumento dello ‘sconto’, fissato al 3,85%, obbligatorio da fare al Servizio sanitario nazionale contenuto nel decreto costerà alle farmacie 220 milioni di euro l’anno e a ciò si devono aggiungere 600 milioni che dovremo pagare se ci sarà lo sforamento della spesa territoriale”.
“Il tetto di spesa territoriale è abbassato dal 13,3% all’11,5%”. Si tratta di ”ulteriori oneri” che, secondo le stime di Federfarma, costeranno mediamente ad ogni farmacia circa 40 mila euro l’anno. Varie farmacie, avverte Federfarma, stanno già chiudendo per fallimento e già ora è anche a rischio il servizio notturno. Oggi sono 3mila le farmacie aperte ogni notte. Presto il loro numero potrebbe essere pari a zero.