ROMA – I pazienti italiani non subiranno contraccolpi dai tagli alla sanità della spending review. Nonostante il piano di razionalizzazione (la previsione è che ci saranno 18 mila posti letto in meno), il ministro Renato Balduzzi prova a rassicurare gli italiani: “I tagli non riguarderanno i servizi”. E poi, spiega il ministro, “manca ancora l’approvazione del testo definitivo”. Prima sarà necessario “trovare l’accordo con le Regioni”. Sarà , ma con meno posti letto chi ci rimette sono proprio i cittadini che necessitano di cure.
Balduzzi è stato  intervistato da Stampa, Messaggero e Mattino: ”Prima di tutto chiariamo che il taglio e’ di 4,5 miliardi e non 5: 900 milioni il primo anno e poi 1,8 i successivi. Ma e’ chiaro che la sommatoria con le manovre precedenti ha creato una ragionevole preoccupazione”.
”La Sanita’ – aggiunge – e’ stata chiamata a contribuire per il 20% dell’intera operazione di revisione della spesa e abbiamo cercato di farlo senza intaccare direttamente i servizi offerti ai cittadini ma agendo con misure per spendere meglio”.
”Noi abbiamo fatto la nostra parte – dice Balduzzi al Messaggero – ma la nostra non e’ l’ultima parola. Non solo perche’ comunque dovra’ pronunciarsi il Parlamento ma anche perche’ il decreto stesso prevede che se si trova l’accordo con le Regioni entro la fine di luglio, nel Patto sulla Salute 2012-2015 si possono rivedere e modificare gli strumenti per il 2013 e 2014, scegliendone altri piu’ idonei. Naturalmente a saldi finanziari invariati. E’ un lavoro comune con le Regioni, dalla prossima settimana riprendiamo gli incontri”.
Un confronto necessario, precisa alla Stampa, ”altrimenti dal primo gennaio 2014 avremmo un aumento indiscriminato dei ticket per oltre 2 miliardi di euro, previsto dalla manovra del precedente governo. E questi si’ che manderebbero in tilt il sistema”. Inoltre il taglio dei piccoli ospedali non sara’ deciso per decreto: la razionalizzazione spetta alle Regioni e in caso di inadempienza ”scatteranno i poteri sostitutivi”.
”Sono convinto che la sanita’ non sia a rischio – sottolinea al Mattino -, e che il sistema potra’ continuare ad assicurare ai cittadini il diritto alla salute sancito dalla Costituzione”.