ROMA – Statali, autonomi, pensionati: ce n’è per tanti ma non per tutti. La manovra da 45 miliardi scritta da Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi mette la mano in tasca agli italiani. La verità, a leggere al bozza dei provvedimenti, è che da oggi siamo tutti o quasi un po’ più poveri.
Cambia anche la vita di parlamentari per via dei tagli a Camera e Senato, così come cambia quella di quasi tutti i cittadini.
In primo luogo la manovra conferma la tassa di solidarietà estesa anche ai privati per i redditi sopra i 90 e i 150 mila euro. L’importo dichiarato eccedente verrà tassato, rispettivamente, del 5 o 10%. Una misura che dovrebbe valere circa 4 miliardi di euro visto che gli italiani che dichiarano simili cifre sono circa 400 mila.
Arriva poi il binomio (potenzialmente micidiale) dei tagli agli enti locali e della tassa mascherata di cui ha scritto Lucio Fero. Sei miliardi di euro in meno nel 2012 e 3,5% nel 2013 per Regioni, province e comuni. Non solo: ci sarà anche l’abolizione delle province sotto i 300 mila abitanti (sono 34 quelle interessate) e la fusione dei Comuni (con conseguente riduzione dei dirigenti locali) sotto i 1000 abitanti.
Il “contentino” agli enti locali è la libertà di tassare. Può significare e probabilmente significherà che Regioni ecc per recuperare parte di quei soldi si rifaranno sulle imposte locali. Agli italiani restano meno servizi, più tasse centrali e più tasse locali.
Sempre in tema di tasse non c’è la patrimoniale e svanisce anche l’ipotesi di ritoccare Iva e Ici. Arriva, però, la tassa sulle rendite (20% contro l’attuale 12.5%). Vale due miliardi e, ovviamente, non include i bot.
Di tagli strutturali, invece, non c’è molto. Si interviene disincentivando le pensioni di anzianità e spostando, cinque anni prima di quanto previsto, l’innalzamento a 65 anni delle pensioni delle donne nel settore privato.
Pagano caro gli statali: non ci sarà il taglio dello stipendio ma la liquidazione verrà pagata con due anni di ritardo. Non solo: tredicesima a rischio per chi sfora. La ciliegina sulla torta è quella delle feste: quelle non concordatarie verranno spostate al lunedì.
Tutti i provvedimenti nella bozza della manovra.
– AUTONOMI. Aumento della quota Irpef per gli autonomi, a partire dall’attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro.
– TREDICESIME. I dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilita’.
– TFR. Pagamento con due anni di ritardo dell’indennita’ di buonuscita dei lavoratori pubblici.
– PENSIONI DONNE. Viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell’eta’ pensionabile delle donne nel settore privato.
– PROVINCE. Dalle prossime elezioni e’ prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti, fusione dei Comuni sotto i mille abitanti, con sindaco anche assessore, e la riduzione dei componenti i Consigli regionali.
– PONTI. Le festivita’ infrasettimanali ”non concordatarie” verranno spostate al lunedi’.
– SCONTRINI. Tracciabilita’ di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro con comunicazione all’Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali e’ prevista l’applicazione dell’Iva. E’ inoltre previsto l’inasprimento delle sanzioni, fino alla sospensione dell’attivita’, per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali.
– PENSIONI ANZIANITA’. Sono previsti interventi disincentivanti per le pensioni di anzianita’, con anticipo al 2012 del requisito di 97 anni tra eta’ anagrafica e anni di contribuzione.
– CONTRIBUTO SOLIDARIETA’. Viene esteso ai dipendenti privati la misura gia’ in vigore per i dipendenti pubblici e per i pensionati: prelievo del 5% della parte di reddito eccedente i 90.000 euro e del 10% della parte eccedente i 150.000.
– MINISTERI. Previsto un taglio di 6 miliardi di euro nel 2012 e 2,5 nel 2013.
– ENTI LOCALI. Verranno ridotti 6 miliardi di trasferimenti nel 2012 e 3,5 nel 2013. Per le regioni il peso della riduzione dei fondi e’ pari a 1 miliardo di euro. La sanita’ non verra’ toccata.
– PERDITE. Riduzione per le societa’ al 62,5% della possibilita’ di abbattimento delle perdite.
– RINNOVABILI. Torna l’ipotesi del taglio del 30% degli incentivi. Non potranno essere superiori alla media di quelli erogati negli altri Paesi d’Europa.
– MERCATO ELETTRICO. Verso la divisione in tre macrozone (Nord, Centro, Sud).
– SERVIZI PUBBLICI LOCALI. Si punta alla liberalizzazione e verranno incentivate le privatizzazioni.
– RENDITE AL 20%. La misura vale circa 2 miliardi di euro. Esclusi i titoli di Stato che restano tassati al 12,5%..