ROMA – Statali fannulloni nella pubblica amministrazione: il governo ha licenziato il decreto che punisce con sospensioni immediate, licenziamenti e multe i dipendenti pubblici assenteisti e i dirigenti che chiudono un occhio (che rischiano perfino il carcere).
Licenziamenti e multe per i furbetti del cartellino. Pugno di ferro contro i cosiddetti furbetti del cartellino: sospensione entro 48 ore da servizio e stipendio per chi è colto in flagrante mentre striscia il cartellino ma in ufficio non si presenta, provvedimento che si estende agli eventuali complici (chi utilizza il badge per un altro). Poi procedimento disciplinare abbreviato: 30 giorni massimo, contro i 100 attuali.
Danno d’immagine: più fa rumore sulla stampa più alta la multa. Se viene condannato, il cosiddetto furbetto dovrà pagare danni d’immagine subiti dall’amministrazione pari ad almeno sei mesi di stipendio. Ma il decreto dice di più: il giudice può stabilire sanzioni più alte perché dovrà decidere “anche in relazione alla rilevanza del fatto per i mezzi di informazione”. Se pensiamo al clamore sui mezzi di informazione dei furbetti di Sanremo (il vigile al tornello in mutande e la moglie in vestaglia) dovremmo poter immaginare danni d’immagine a molti zeri (nel video sottostante il sindaco promette di quantificare il danno, ma solo dopo il festival).
Responsabilità penale per i dirigenti. Anche per il dirigente che non si attiva per reprimere i comportamenti scorretti arriva il conto: l’introduzione della responsabilità penale prefigura nei casi estremi addirittura il carcere, perché l’estensione del reato “omissioni di atti d’ufficio” prevede la reclusione da 6 mesi a due anni. Ma, la previsione di altri reati non era contenuta nella delega che fissava limiti e criteri del decreto a venire.
Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera propone qualche piccola riserva sugli effetti del decreto.
Che impatto avranno queste misure nella vita pratica dei dipendenti pubblici? «Dalla sospensione cautelare e dal licenziamento dei dipendenti fraudolenti derivano evidenti risparmi» dice la relazione tecnica che accompagna il provvedimento. Come se fosse prevedibile un’ondata di licenziamenti. Ma forse gli «evidenti risparmi sono un’esagerazione. (Lorenzo Salvia, Corriere della Sera).
Perché il decreto Brunetta è fallito: cambia qualcosa? Un dato misura la scarsa efficacia di quelle norme: nel 2013, tra i più di 3 milioni di dipendenti statali, rispetto ai 7mila procedimenti disciplinari avviati appena 219 portarono al licenziamento. Più precisamente: in 99 casi l’assenza ingiustificata ha portato al licenziamento, 35 volte per negligenze o inadempienze contrattuali.
Significa che licenziare per scarso rendimento, nel pubblico è praticamente impossibile se la causa non è accompagnata da una palese violazione di una norma, di un contratto, di un regolamento disciplinare o di un codice etico. Deve essere manifesta, e quindi perseguibile disciplinarmente, la “colpa soggettiva” del lavoratore. Licenziare per scarso rendimento si potrà, insomma, solo se si applica al pubblico il modello privato.