
ROMA – Provvedimenti disciplinari più facili, controlli effettivi sulle assenze per malattia affidati all’Inps e nuove regole per i dirigenti. Questi in sintesi gli emendamenti del relatore Giorgio Pagliari (Pd) concordati con il governo alla legge delega di riforma della Pubblica amministrazione.
Il giro di vite, più volte annunciato dal governo all’indomani dello scandalo di Capodanno, è arrivato. Nella pubblica amministrazione “licenziare è possibile”, ha spiegato il ministro Marianna Madia, ma “noi adesso inseriamo un criterio di delega che vuole rafforzare la normativa, in modo che non ci siano più blocchi ai procedimento disciplinari”, ovvero le pratiche che lo Stato apre nei confronti dei dipendenti pubblici quando la loro condotta viola le regole. Oggi in media un caso va avanti per oltre 100 giorni e su quasi 7 mila dossier avviati quelli che si concludono con un licenziamento, la sanzione più grave, si fermano a 220. Soprattutto resta difficile sgominare i cosiddetti fannulloni.
Le nuove norme saranno “finalizzate ad accelerare, rendere concreto e certo nei tempi l’esercizio dell’azione disciplinare”. E non solo, anche i controlli in caso di assenza per malattia, saranno più severi “con attribuzione della relativa competenza all’Istituto nazionale di previdenza sociale”.
Quanto ai dirigenti pubblici, si va verso il superamento degli automatismi di carriera, che sarà invece ancorata a valutazioni di merito. Secondo il ministro Madia “anche sullo scarso rendimento occorre garantire un concreto esercizio”.
Sui tempi di approvazione della delega, Madia ha poi annunciato che la scadenza per la presentazione dei subemedamenti è stata fissata il 29 gennaio prossimo e che, quindi, dal 30 potrebbero cominciare le votazioni. I decreti attuativi saranno recepiti in un Testo unico sul pubblico impiego “su cui stiamo già lavorando”, ha detto il ministro. “L’indicazione di Renzi – ha precisato – è che i decreti siano pronti in contemporanea con l’approvazione della legge delega”.
Madia ha infine ribadito che ai dipendenti pubblici non si applica il Jobs Act: nel pubblico impiego in caso di licenziamento disciplinare illegittimo “secondo me bisogna prevedere sempre il reintegro. Anche perchè c’è un rischio di spoil-system, di tipo politico, che in un’azienda non c’è”. Questo per il ministro è “l’unico punto vero di differenza con il privato”.