Patto Stato-mafia, Alfano: “Tirerò fuori le carte sulle revoche dei 41 bis”

Angelino Alfano

Il ministro Angelino Alfano promette: ”Tirerò fuori tutte le carte che sono nei cassetti ministeriali e le darò a disposizione del Parlamento” per contribuire a far luce sui motivi che nel ’93 portarono alle mancate proroghe e alle revoche di centinaia di provvedimenti di 41 bis (il cosiddetto ‘carcere duro’ inflitto ai boss di mafia), all’indomani delle stragi di Cosa Nostra”.

La storia è venuta fuori in queste settimane. Si è scoperto che dopo il fallito attentato a Maurizio Costanzo il 14 maggio 1993, vennero firmati 140 decreti che annullavano il regime di carcere duro per altrettanti mafiosi. L’allora ministro della Giustizia, Giovanni Conso, non ha parlato alla commissione antimafia di questi decreti ma di altri 140 “41 bis” che pochi mesi dopo, nel novembre del ’93, non vennero rinnovati. Una scelta che l’allora ministro definisce come “autonoma” e non dipendente dall’ipotizzata trattativa tra Stato e mafia.

Intervistato dal Tg1, Alfano definisce il suo predecessore Conso un “insigne giurista” e “notoriamente un galantuomo”. Ma aggiunge di essersi “chiesto più volte in questi giorni che cosa sarebbe successo se le revoche del 41 bis le avesse fatte il sottoscritto con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi”. Per poi concludere che, rispetto a quell’episodio, “probabilmente fa più glamour preoccuparsi di Berlusconi”.

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Marco Benedetto