Manovra. Stipendi tagliati ai deputati, 1000 euro in meno al mese: dopo le “forbici” di Tremonti, la “scure” di Fini

Montecitorio

I deputati guadagneranno 1000 euro in meno ogni mese: lo ha deciso l’ufficio di presidenza della Camera sulla base delle indicazioni della manovra economica. Il taglio inciderà per 500 euro sulla diaria di soggiorno (oggi pari a 4.003,11 euro) e per i restanti 500 sulla somma destinata al ”rapporto eletto-elettore”, quei 4.190 euro destinati anche ai “portaborse”.

Il taglio previsto inizialmente era di “soli” 550 euro al mese, pari al 10% delle indennità dei parlamentari.Il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva invece proposto di ridurre del 10% tutto lo stipendio effettivo, comprensivo della “paga” fissa (che si aggira intorno ai 15 mila euro al mese) e delle varie indennità (per un ammontare di circa 7 mila euro al mese). Quindi una riduzione su tutto ciò che prendono i parlamentari, non solo su una parte del compenso: in questo modo lo Stato avrebbe risparmiato ben 2.127,19 euro lordi al mese in meno per ogni parlamentare.

Oltre alla riduzione per i parlamentari, un taglio retributivo arriva anche per i dipendenti della Camera in analogia con quanto previsto dalla manovra per la generalità dei dipendenti pubblici. La riduzione sarà del 5% per le retribuzioni sopra i 90 mila euro e del 10% per quelle sopra i 150 mila negli anni dal 2011 al 2013. In questo stesso triennio verranno sospesi i meccanismi di adeguamento automatico delle retribuzioni.

La Camera, poi, si è impegnata ad un risparmio in tre anni complessivamente pari a 60 milioni di euro e a un taglio delle proprie spese non vincolate. Tali risparmi, viene precisato, si aggiungono a quelli già realizzati a Montecitorio dal 2003, prima che partisse il dibattito sui costi della politica, con un indirizzo teso al progressivo e deciso contenimento dei costi di funzionamento.

Il risparmio previsto di 60 milioni nel triennio 2011-2013 si aggiunge ai risparmi, stimabili in oltre 300 milioni, conseguiti dalla Camera in termini di riduzione della dinamica di crescita della dotazione nel quinquennio 2006-2010.

Ecco il dettaglio dei tagli:

Trattamento economico dei deputati. ”Si è ritenuto di intervenire sugli emolumenti strumentalmente connessi all’esercizio del mandato. Sulla indennità parlamentare si è infatti già operato in riduzione negli ultimi anni; l’importo attuale dell’indennità (pari a 11.703,64 euro mensili lordi- 5.486,58 netti) corrisponde alla misura vigente nell’anno 2006, come risultante a seguito della riduzione del 10% stabilita dall’Ufficio di Presidenza, secondo quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2006.

Va, inoltre, ricordata la mancata applicazione, alla sola Camera dei deputati, dell’adeguamento relativo all’anno 2007 (2,58%), mentre la legge finanziaria per il 2008 ha bloccato per il quinquennio 2008-2012 ogni meccanismo di rivalutazione dell’indennità”. L’Ufficio di Presidenza ha, pertanto, stabilito di effettuare, nel triennio 2011-2013, le seguenti misure: a) riduzione di 500 euro della diaria di soggiorno, nella prospettiva di definire una disciplina per la rilevazione delle presenze in Commissione; b) riduzione di 500 euro delle spese per il rapporto eletto/elettori.

Trattamento retributivo dei dipendenti. In analogia con quanto previsto dal decreto-legge per la generalità dei dipendenti pubblici vengono stabilite: a) riduzione del 5% delle retribuzioni sopra i 90 mila euro e del 10% di quelle sopra i 150 mila euro negli anni 2011-2013; b) sospensione, nel medesimo triennio, dei meccanismi di adeguamento automatico delle retribuzioni.

Taglio spese non vincolate. ”I risparmi previsti andranno ad aggiungersi a quelli già realizzati dalla Camera a partire dal 2003, e quindi molto prima che si originasse il dibattito concernente i costi della politica, mediante l’adozione di un indirizzo teso a un progressivo e deciso contenimento dei costi per il proprio funzionamento; ciò soprattutto attraverso un vincolo alla crescita della dotazione che ha imposto, in questi anni, interventi strutturali sulla composizione della spesa e sui costi organizzativi e funzionali. Tale indirizzo ha consentito, anche in questa legislatura, di raggiungere importanti risultati come la previsione di crescita zero della dotazione per gli anni 2010 e 2011 (cio’ non avveniva dal 1960) e una dinamica della spesa per gli anni 2009 e 2010 pari a 1,30% (quindi al di sotto del tasso di inflazione programmato), che risulta essere la più bassa dell’ultimo decennio. La Camera sarà, quindi, in grado di restituire al bilancio dello Stato, nel triennio 2011-2013, una somma complessiva di 60 milioni di euro. Tale somma va aggiungersi ai risparmi, stimabili in oltre 300 milioni di euro, conseguiti dalla Camera, in termini di riduzione della dinamica di crescita della dotazione, nel quinquennio 2006-2010”.

Published by
Alberto Francavilla