ROMA – Fine di un’epoca. Il Coni ha imposto lo stop alle tessere omaggio distribuite ai parlamentari per l’ingresso allo stadio Olimpico di Roma. Cade uno status symbol che sembrava inossidabile e al riparo dal ruggito dello spirito del tempo anti-casta. Il politico in tribuna Monte Mario è stato un classico para-istituzionale, la passerella privilegiata che conferiva prestigio, autorevolezza, riconoscibilità e “posti a gratis”. In pochi anni, però, quel privilegio si è trasformato nell’ennesima prova a carico di una classe politica screditata fino al punto che Giovanni Malagò, presidente del Coni (avamposto della spartizione lottizzatoria) ha sentito l’esigenza di precisare nel comunicato ufficiale il motivo dello stop: “Evitare strumentalizzazioni su favori e privilegi riservati ai parlamentari della Repubblica”.
Ovvio che la decisione sia in qualche modo intesa come un astuto ossequio al verbo grillino, al cosiddetto tsunami a 5 Stelle. A questo proposito, Sergio Rizzo sul Corriere della Sera del 19 marzo, si diverte a contestualizzare la decisione presa da Malagò. Segue elenco di tutte le poltrone del Coni appannaggio esclusivo, spesso praticamente a vita, di personaggi politici quasi sempre di estrazione Pdl, con tutte le radici ideali rappresentate (ex An, berluscones, leghisti di complemento).
“Non è forse il momento anche qui il momento di spalancare un po’ le finestre?”: invoca aria pura Rizzo, l’operazione simpatia con lo stop alle tessere omaggio non può bastare. L’elenco dei lottizzati segnala il problema: Paolo Barelli (senatore Pdl, ex nuotatore alla Federnuoto), Sabatino Aracu (collega deputato all’hockey), Giuseppe Leoni (ex leghista all’aeroclub), Riccardo Andriani (Coni Servizi, ex amministratore della società immobiliare di An), Claudio Gallo ex leghista…Per non parlare di Pescante e Carraro, inamovibili come il non politico ma incollato alla poltrona della Federjudo da 32 anni.
